Milano, 20 feb. (AdnKronos Salute) - Il benessere sessuale e la salute del cuore sono legate a doppio filo, e le défaillance sotto le lenzuola possono essere una spia precoce di rischio cardiovascolare. Lo ricordano gli esperti dell'Irccs Centro cardiologico Monzino di Milano, che sul tema si sono confrontati in occasione dell'incontro 'Cardiopatia coronarica, disfunzione erettile e diabete', con responsabili scientifici Elena Tremoli e Casare Fiorentini.
"La disfunzione erettile, che interessa oltre 150 milioni di uomini nel mondo e più del 30% dei 40-70enni, è presente nella stragrande maggioranza delle vasculopatie conosciute e nel 50% degli uomini che soffrono di cardiopatia ischemica - spiega Piero Montorsi, responsabile dell'Unità operativa di Cardiologia invasiva 2 - Inoltre il disturbo erettile predice la malattia coronarica nei pazienti con diabete di tipo 2, e il grado di rischio cardiovascolare a cui si associa è proporzionale alla gravità e alla durata del disturbo erettile. I nostri studi evidenziano un chiaro legame tra disfunzione erettile e cardiopatia ischemica - prosegue lo specialista - e ogni paziente con disturbi della funzione erettile dovrebbe essere considerato come un potenziale paziente cardiopatico sino a prova contraria".
Il problema è che gli uomini non lo sanno, riflettono gli esperti del Monzino. Chi soffre di disturbi erettili, specie se è giovane, in genere non ne parla né al medico di famiglia né tantomeno al cardiologo, e questo impedisce di identificare il rischio di futuri eventi cardiovascolari. A loro volta, i medici di famiglia o i cardiologi raramente affrontano il discorso con il paziente. "Il silenzio, però, è nemico della prevenzione", avvertono i medici del Monzino.
All'Irccs del cuore - sottolinea una nota dal Centro di via Parea - agli uomini over 40 anni che dichiarano un'attività sessuale indicativa di una possibile disfunzione erettile viene chiesto di compilare un questionario validato con lo scopo di confermare il problema e stimarne la durata e la gravità. Queste variabili, infatti, sono strettamente correlate al rischio di coronaropatia silente: maggiore è la durata della disfunzione erettile e la sua severità, maggiore è il rischio di coronaropatia.
"Identificare la disfunzione erettile - conclude Montorsi - rappresenta un'opportunità per prevenire un successivo evento coronarico mediante appropriati interventi sui fattori di rischio, a partire dalla revisione dei propri stili alimentari, perdita di peso, abolizione del fumo e controllo dei livelli di colesterolo".