Milano, 20 ott. (AdnKronos Salute) - Harriet aveva 15 anni quando ha cominciato a sentirsi infelice per l'aspetto delle sue parti intime. Un disagio che con il tempo è cresciuto al punto che, per il terrore di diventare oggetto di voci maliziose diffuse da eventuali partner sessuali attraverso i social media o di atti di bullismo, in particolare da parte di altre ragazze, ha deciso semplicemente di non avere più relazioni sentimentali. Dopo anni di rifiuto verso i propri genitali ha deciso di ricorrere al bisturi. Ha chiesto un aiuto finanziario ai genitori e si è sottoposta a una labioplastica. 'Design intimo' per ridefinire, accorciare, rimettere in ordine la parte più esterna intorno alla vagina, le labbra.
In Gb c'è stato un boom, segnalano i dati diffusi dal 'Telegraph': il numero di procedure di riduzione labiale è aumentato di 5 volte in 10 anni nell'ambito del Servizio sanitario nazionale britannico. Solo nel 2010 le operazioni erano a quota 2 mila. E nel settore pubblico si fanno solo se c'è un'evidente anomalia da correggere, dolore e disagio invalidanti. Manca una fotografia del privato, ma molte cliniche segnalano un aumento di interesse da parte delle giovani donne verso il design intimo. E una struttura britannica dichiara di aver ricevuto circa 1.200 richieste di labioplastica negli ultimi 4 anni.
C'è chi ha imputato l'aumento di questo tipo di chirurgia alla pornografia e a un'irrealistica rappresentazione del corpo femminile. Persino una relazione dello scorso anno del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists mette in guardia su questo fronte. Gli specialisti sostengono che le "immagini modificate" dei genitali femminili nel porno stanno cambiando nelle donne la percezione di ciò che è normale, provocando ansia sull'aspetto delle proprie parti intime.
Harriet una settimana dopo l'intervento era di nuovo al lavoro, la sua autostima è cresciuta e lei si è sentita "liberata da un peso". Oggi ha 24 anni, una relazione stabile e un lavoro da designer in Irlanda. La ginecologa che ha eseguito l'operazione spiega che sottopone a un attento screening le pazienti per assicurarsi che non abbiano bisogno di una consulenza psicologica piuttosto che del bisturi. Le giustificazioni che vengono sottoposte al medico, assicura la specialista, sono legate a un disagio, a un complesso o al fastidio provato, al timore che l'inestetismo possa essere persino visibile attraverso il bikini.
Certo il porno gioca un ruolo nell'aumento di richieste, riflettono gli esperti britannici, anche perché le ragazze si relazionano ai partner con la consapevolezza che questi hanno visto immagini di un certo tipo e temono di essere giudicate anormali rispetto a parametri basati su rappresentazioni distorte delle parti intime 'rosa'.
Gli specialisti britannici avvertono comunque le donne: devono essere consapevoli dei possibili rischi legati a questi interventi, compresa la perdita di sensibilità nella zona operata che non può essere esclusa e i risultati che non sono garantiti. E ribadiscono che la procedura non deve essere eseguita sulle under 18 a meno che non sia "strettamente necessario", spiegano gli esperti del servizio sanitario pubblico. Non solo: gli specialisti evidenziano anche il pericolo che le ragazze attribuiscano alle loro parti intime insicurezze e disagi che hanno altra origine. E che il bisturi non potrà cancellare.