Il genoma del virus Ebola che sta mettendo a dura prova i Paesi dell'Africa occidentale è stato sequenziato in grande dettaglio e reso pubblico su internet, a disposizione di tutti i laboratori che lavorano alla ricerca di una cura. I particolari dello studio, frutto di uno sforzo internazionale che ha visto in prima linea il Ministero della salute della Sierra Leone, sono pubblicati sulla rivista Science.
Dai geni alle terapie. La sequenza è stata ottenuta unendo i dati genetici di 99 virus diversi, tutti prelevati da pazienti che hanno contratto la malattia fra maggio e giugno in Sierra Leone.
Al suo interno sono state individuate 341 mutazioni che differenziano il ceppo attuale da quelli che hanno scatenato le epidemie nel passato, e alcune codificano per proteine che potrebbero rappresentare il bersaglio per nuovi farmaci.
Il confronto con una sequenza meno accurata, ottenuta da pazienti della Guinea qualche mese prima, mostra inoltre che l'agente infettivo si sta evolvendo e i ricercatori sottolineano che questo fenomeno va tenuto sotto controllo, per aggiornare all'occorrenza i test di diagnosi e individuare prontamente l'emergere di eventuali nuove varianti, che potrebbero rendere la malattia ancora più aggressiva.
All'origine del male. Dall'analisi genetica è stato possibile capire anche che il passaggio del virus dall'animale all'uomo è avvenuto una volta soltanto (pare contagiando una bambina di 2 anni) e che in seguito la malattia si è diffusa nell'Africa occidentale esclusivamente attraverso i contatti umani.
La ricerca chiarisce infine che a portare Ebola dalla Guinea alla Sierra Leone sono state 13 donne, contagiate durante un funerale di un guaritore tradizionale che sosteneva di poter curare il morbo, e che operava in una zona al confine fra i due Paesi.
Medici eroi. Allo studio hanno partecipato una cinquantina di medici di diverse nazionalità: cinque hanno contratto il virus e sono morti prima della pubblicazione su Science.
La vicenda mette in luce i rischi elevati che corre chi è contatto con i pazienti, che fanno sì che nei Paesi colpiti scarseggi ormai il personale sanitario.
Secondo l'OMS, almeno 250 medici e infermieri si sono ammalati e più di 120 non ce l'hanno fatta. Su tutta la popolazione, la stima delle vittime fornita oggi (28 agosto) parla di 3.069 contagiati e 1.552 morti.
Nei giorni scorsi i primi 13 decessi e 24 casi sospetti sono stati notificati anche nella Repubblica Democratica del Congo, che è così il quinto Paese che si aggiunge alla lista di quelli interessati all'epidemia, dopo Guinea, Liberia, Sierra Leone e Nigeria.
Il virus congolese non deriva tuttavia da quello presente nell'Africa occidentale; il focolaio si è infatti generato da un nuovo contatto fra uomini e animali infetti.