Nella pessima aria che respiriamo non ci sono solo anidride carbonica (CO2) e ossido di carbonio (CO) in quantità, ma molti altri elementi che sarebbe meglio che non ci fossero. Fino a poco tempo fa rilevare queste componenti dell'atmosfera era piuttosto difficile, perché non c’erano satelliti adeguati per analisi di questo genere a livello globale.
Con il satellite Sentinel-5P (Esa), lanciato circa un anno fa, si è iniziato un programma di ricerca proprio in questa direzione: il satellite porta infatti a bordo un rilevatore di varie sostanze inquinanti, dal metano alla formaldeide, dall’anidride solforosa ai più noti ossidi di carbonio e di azoto.
Il prezzo dell'aria. L’inquinamento atmosferico colpisce tutti allo stesso modo, nei Paesi emergenti così come in quelli più industrializzati. La questione della qualità dell'aria è così grave che, secondo quanto riferisce l’Esa, ogni anno nella sola Europa muoiono prematuramente circa 400.000 persone per patologie correlate all'inquinamento dell’aria.
L'uso di satelliti ad hoc per monitorare la distribuzione e la concentrazione delle varie sostanze è ormai prioritario, sia per avere un quadro chiaro della situazione attuale, sia per elaborare proiezioni.
Sentinel-5P, dove la “P” sta per Precursor, è parte del più ampio programma Copernicus Sentinel che l’ESA sviluppa per il programma di monitoraggio ambientale dell’Unione Europea. Il satellite trasporta uno spettrometro multispettrale avanzato, il Tropomi (TROPOspheric Monitoring Instrument), strumento che rileva le sostanze chimiche ritenute pericolose per l’uomo: i dati raccolti sono di libero accesso a tutti i ricercatori. A distanza di un anno circa dal lancio, i primi risultati.
La mappa della formaldeide. In questo modo, e per la prima volta, si è ottenuta un’immagine della diffusione della formaldeide nell'atmosfera del pianeta, la cui presenza è dovuta soprattutto agli incendi boschivi e ad alcune attività industriali, come la lavorazione del legno.
Anche se la sua vita in atmosfera è breve, reagisce chimicamente per diventare una delle principali fonti di monossido di carbonio (CO), un altro inquinante nocivo.
Con questo lavoro si è potuto anche evidenziare la presenza di anidride solforosa (o biossido di zolfo, SO2), fortemente correlata a diverse industrie e all’attività vulcanica in seguito ad alcune eruzioni. «I dati che si ottengono quasi in tempo reale da Copernicus Sentinel-5P sul biossido di zolfo e gli aerosol vengono utilizzati nel servizio di supporto al controllo del traffico aereo e nel sistema informativo europeo di coordinamento per le catastrofi naturali», afferma Nicolas Theys, del Royal Belgian Institute for Space Aeronomy.