Roma, 2 nov. (AdnKronos Salute) - Un improvviso calo di ossigeno nella cabina di un aereo è l'incubo dei piloti e dei passeggeri. Può accadere infatti senza che nessuno si accorga in tempo dell'arrivo dell'ipossia, una condizione patologica determinata dalla carenza di ossigeno che compromette l'attenzione, il controllo sulle azioni e le risposte. Nel caso avvenga in cabina, il pericolo di un incidente è molto alto. Ora un sensore sviluppato da un team della Wright-Patterson Air Force Base di Dayton (Ohio), grazie alle tecnologie della medicina aerospaziale, è in grado di segnalare il verificarsi dell'ipossia e dare l'allarme ai piloti.
Gli aerei - riporta il 'New Scientist' - sono già dotati di sensori che monitorano l'ossigeno "ma questi non possono aiutare se l'equipaggio è già stato colpito dall'ipossia", afferma Thomas Smith specializzato in medicina aerospaziale dell'Università di Oxford. Non sempre ci si può accorgere di essere vittime dell'ipossia: se la pressione dell'aria scende improvvisamente, come può accadere nelle manovre militari, anche i piloti addestrati per individuare l'insorgere dell'ipossia possono avere poco tempo per agire prima di perdere conoscenza.
Il nuovo sensore è grado di intercettare e misurare i livelli di alcune sostanze chimiche, composti organici volatili (Cov), presenti nel respiro esalato dall'organismo. Il team di ricercatori ha testato il sensore su alcuni volontari durante una simulazione in cui venivano abbassati i livelli di ossigeno. Ebbene, il dispositivo ha identificato l'insorgenza dell'ipossia. In questo modo i volontari sono stati avvertiti in tempo reale e hanno reagito prontamente.