Quel che finisce nel wc viene spesso valutato soggettivamente dai diretti interessati come indicatore del proprio stato di salute. In realtà le nostri feci ci dicono molto del nostro stato di salute (qui trovate una guida grafica).
Ma in futuro, se dalla sperimentazione sui topi si arriverà a un’applicazione clinica, la cacca potrebbe fornire segnali ancora più inequivocabili, una vera e propria diagnosi, tingendosi di sfumature blu nel caso sia in corso una malattia dell’intestino.
Diagnosi microbica. Ad avere studiato questo sistema di diagnosi a base di batteri intestinali è stato un gruppo di ricercatori della Harvard Medical School di Boston. Un ceppo di batteri dell’intestino di topi è stato modificato geneticamente in modo da produrre pigmenti colorati in presenza di certe malattie. Un’idea nata alcuni anni fa, che però finora era stato difficile trasformare in una potenziale applicazione: il problema era sviluppare batteri che vivessero abbastanza a lungo da rivelarsi utili.
Sfumature. I ricercatori ci sono riusciti selezionando un ceppo innocuo di Escherichia coli, batteri che vivono comunemente nell’intestino, e dotandoli di un gene che si attiva in presenza di una particolare sostanza chimica, il tetrationato, presente in quantità elevate nell’intestino infiammato. Quando i batteri lo incontrano, producono un enzima che finisce nelle feci e che può essere identificato in laboratorio.
Per testare il kit diagnostico a base di batteri, i ricercatori hanno somministrato i microbi geneticamente modificati sia a topi sani sia a topi affetti da un’infiammazione intestinale simile alla colite ulcerosa. I ricercatori hanno poi verificato che i batteri si sono adattati nell’intestino degli animali, formando colonie, e sopravvivendo per almeno sei mesi. Solo le feci degli animali malati, però, sottoposte a un particolare procedimento in laboratorio, si sono tinte di blu, rivelando la malattia.
verso escrementi fluorescenti? Per ora, è necessario il passaggio in laboratorio per isolare i microbi e fare in modo che l’enzima cambi colore da bianco a blu, diventando osservabile. Ma secondo i ricercatori non sarà difficile creare batteri dotati di geni che codificano per pigmenti colorati, magari fluorescenti, che le persone possano distinguere direttamente nelle feci. Potrebbero rivelarsi strumenti diagnostici utili di diverse malattie, dai tumori alle malattie infiammatorie dell’intestino.