Non bastavano il PM5, il PM10, il benzene e gli altri idrocarburi: l'aria delle nostre città è appestata anche da residui di cocaina, cannabinoidi e altre sostanze stupefacenti.
Lo afferma un gruppo di ricercatori del CNR di Roma guidato dal Professor Angelo Cecinato, che in uno studio iniziato del 2007 aveva evidenziato come nell'aria di Roma e Taranti fossero presenti tracce di cocaina.
Secondo il Rapporto 2009 dell’Osservatorio
europeo sulle droghe e le
dipendenze, l’Italia è al 4° posto in
Europa per consumo di cocaina, dopo
Spagna, Regno Unito e Danimarca.
Nelle fogne. Analizzando le tracce
di cocaina nelle acque fognarie, l’Istituto
Mario Negri ha calcolato che
a Milano si consumano ogni giorno
una media di 9,1 dosi di cocaina ogni
mille abitanti (contro per esempio
le 6,9 di Londra e le 6,2 di Lugano),
cioè circa 10.500 in totale. Stimando
che una dose media sia di 100 mg,
significa un consumo complessivo di
poco più di 1 kg al giorno. Dai dati
del Consiglio nazionale delle ricerche,
la Lombardia guida la classifica
delle regioni che consumano più
cocaina, seguita da Lazio, Piemonte
e Liguria. Nel 2008, in Italia sono
stati sequestrati 4.111 kg di cocaina,
contro 1.323 di eroina e 36.486 di
cannabis.
Non solo CO2
Negli anni successivi, incuriositi da questo risultato, Cecinato e il suo team hanno prelevato campioni di aria in altre 20 città della penisola, sia in estate che in inverno, trovandovi evidenti tracce non solo di cocaina, ma anche di cannabinoidi, i principi attivi contenuti nella marijuana.
Analizzando questi dati con l'aiuto di particolari modelli statistici chiamati “regressioni di Pearson”, i ricercatori sono riusciti a mettere in correlazione la quantità di stupefacenti presenti nell'atmosfera con i livelli di consumo tipici di quella determinata zona.
Non solo: la ricerca del CNR ha evidenziato significative correlazioni tra la quantità di cocaina presente nell'aria e il numero di denunce per reati contro il patrimonio e la persona come furti e rapine.
Matematico che fa male
E, se ce ne fosse ancora bisogno, Cecinato e i suoi colleghi hanno trovato uno stretto legame tra il consumo di cocaina e marijuana e l'incidenza di tumori e disordini di natura psichiatrica.
I risultati di questo lavoro, che è stato pubblicato sull'ultimo numero della rivista Science of the Total Environment, potrebbero aiutare le forze dell'ordine e le strutture di prevenzione presenti sul territorio a recuperare dati sul consumo di droga nelle diverse aree del paese in modo più preciso, rispetto a quanto fatto fino ad oggi con interviste e questionari somministrati alla popolazione.
Droga passiva?
Interessante, ma... che rischi ci sono per la salute dei non consumatori?
«Non è il caso di creare allarmismi in base ai risultati di un singolo studio» rassicura Wilson Compton, epidemiologo del National Institute on Drug Abuse di Bethesda, Maryland (USA),
ma sicuramente i ricercatori che hanno scoperto queste correlazioni dovranno approfondirle con ulteriori studi.