I bambini sono protetti dall’asma se entro i tre mesi di vita il loro intestino ospita quattro diversi tipi di batteri. È quanto emerge da uno studio di ricercatori della University of British Columbia di Vancouver, in Canada, appena pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine.
Ricerche da Nobel? Non è la prima volta che emerge un legame interessante tra la flora batterica intestinale e vari aspetti, anche i più impensati, della salute. È un campo di studio emergente e addirittura, secondo le previsioni degli analisti della società di media Thomson Reuters, uno degli scienziati papabili per il premio Nobel per la medicina e la fisiologia di quest’anno (che si assegna lunedì 5 ottobre) è uno dei pionieri delle ricerche sul cosiddetto microbioma.
Troppa pulizia. Per quanto riguarda l’asma, l’interesse per questa patologia è alto: è la malattia cronica di età pediatrica più frequente, e a partire dagli anni Cinquanta si è registrato in tutto il mondo un forte aumento di casi. Secondo una delle teorie più accreditate, la cosiddetta ipotesi dell’igiene, l’esplosione di asmatici sarebbe da attribuire alla “troppa pulizia”: il fatto di venire in contatto meno che in passato con i microbi naturalmente presenti nell’ambiente disabituerebbe il sistema immunitario a reagire in modo equilibrato alle sostanze estranee, e creerebbe le condizioni per lo sviluppo dell’asma.
Intestino cruciale. Ma secondo la declinazione più recente della teoria dell’igiene, sarebbe proprio la flora batterica intestinale a costituire la centrale di scambio tra fattori ambientali e sistema immunitario. Uno squilibrio nella popolazione di batteri che popolano l’intestino produrrebbe delle conseguenze “a distanza”. Sono già stati identificati diversi fattori che si ipotizza possano giocare a sfavore, per esempio la nascita con parto cesareo, o prematura, l’uso di antibiotici da parte della mamma o nei primi mesi di vita, l’allattamento artificiale.
Batteri mancanti. Nel caso del nuovo studio, i ricercatori hanno analizzato campioni delle feci di oltre 300 bambini che partecipavano a uno studio, chiamato CHILD, in cui il loro sviluppo e la loro salute viene seguita a partire dalla nascita e fino ai cinque anni. A seconda del tipo di batteri presenti nelle feci nei primi mesi di vita, i bambini sono risultati a maggiore o minore rischio di asma.
In particolare, quelli che presentavano bassi livelli di quattro specifici microbi, (indicati con la sigla FLVR per Faecalibacterium, Lachnospira, Veillonella, Rothia), a tre anni avevano un rischio assai maggiore di pelle atopica e “fischio”, considerati fattori che con buona probabilità evolvono poi in asma negli anni successivi.
Questi bambini ad alto rischio, rispetto a quelli normali, in molti più casi avevano assunto antibiotici prima dell’anno di vita.
Cure a base di microbi. I ricercatori, per verificare la validità di questa ipotesi, hanno fatto un esperimento con i topi. Hanno inoculato i quattro batteri in questione in animali appena nati totalmente privi della flora batterica e hanno osservato che, crescendo, sviluppavano una forma di asma meno grave.
Se queste osservazioni fossero confermate, l’ipotesi che i batteri intestinali giochino un ruolo importante nello sviluppo dell’asma aprirebbe anche la strada a un futuro trattamento a base di “probiotici” che favoriscano lo sviluppo dei microbi utili.