A disposizione di tutti il Dna del plasmodio della malaria e della zanzara che trasmette la malattia. E i progressi sono in vista.
Una zanzara Anopheles gambiae punge la pelle di un uomo, trasmettendogli i parassiti che causano la malaria. © Science, foto di CDC e Jim Gathany. |
Il futuro della ricerca. La conoscenza del codice genetico del protozoo (della specie Plasmodium falciparum) e della zanzara (che è la Anopheles gambiae) potrà portare a sviluppare, anche se solo nel giro di qualche decennio, nuove armi contro la terribile malattia. In particolare si potranno studiare nuovi farmaci basati su enzimi che vanno a colpire, almeno in parte, il metabolismo interno del parassita e in particolare alcuni "compartimenti" nel corpo del plasmodio, gli apicoplasti. Oppure, sapendo dal suo codice genetico quali molecole sono presenti sulla superficie esterna del plasmodio, si cercheranno di sviluppare vaccini efficaci contro la malattia, una meta che finora è sfuggita per la capacità del plasmodio di mutare molto rapidamente.
Sorprese nel Dna. Una delle scoperte più importanti nella descrizione del codice genetico del plasmodio è stata il meccanismo con cui avvengono queste rapidissime mutazioni, legate, a quanto sembra, a un solo gene presente nei cromosomi del parassita.
I gruppi di ricerca (uno inglese e due statunitensi per il plasmodio) hanno scoperto altri particolari strani, come il fatto che nel genoma del plasmodio mancano alcune proteine importanti per trasportare i nutrienti dall'esterno all'interno della cellula.
Conoscere la sequenza del Dna della zanzara, invece, potrebbe addirittura portare a far nascere maschi sterili di quest'insetto, che accoppiandosi con le femmine non producano nuove zanzare, e blocchino così la diffusione della specie. Un altro filone di studio porta verso la "produzione" di zanzare che resistano al plasmodio (che danneggia anche loro) e che quindi non fungano da portatrici.
Soldi mal spesi? Anche se l'impresa è importantissima, però, secondo molti scienziati impegnati nelle ricerche su questo male molti fondi avrebbero potuto essere spesi meglio. Per esempio con la diffusione di retine impregnate di insetticida da porre sopra i letti, o preparando meglio gli scienziati dei paesi africani, che si sono sentiti tagliati fuori dalla ricerca.
Nonostante i codici genetici siano quindi alla portata di tutti, passerà ancora molto tempo prima di riuscire a ottenere risultati concreti da quest'impresa. (Notizia aggiornata al 2 ottobre 2002)