Aggiornamento al 31 maggio dei casi di Coronavirus del Medio Oriente
- Il primo caso italiano
Anche l’Italia ha il suo primo caso di infezione del virus MERS CoV (Middle East Respiratory Syndrome Coronavirus), confermato nei laboratori dell’Istituto superiore della sanità. Il ministero della salute informa che si tratta di un 45enne, di nazionalità straniera, che vive in Toscana, e che è stato recentemente per 40 giorni in Giordania, dove uno dei suoi figli sembra soffrisse di una forma influenzale non meglio specificata. Ora il paziente, ricoverato con febbre alta, tosse e segni di insufficienza respiratoria, è in isolamento e in buone condizioni.
Da parte sua l’Oms ha aggiornato i numeri a fine maggio. Restano per ora piccoli, e questo conferma che, almeno per ora, l’infezione ha bisogno di un contatto prolungato (in ospedale o in famiglia) per trasmettersi: da aprile a fine maggio i casi confermati di infezione sono saliti a 50 di cui 30 deceduti.
La geografia dell’infezione.
A oggi le nazioni che hanno segnalato casi sono Giordania, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Francia, Germania, Gran Bretagna e Tunisia. L’infezione si è poi estesa alla Tunisia: il focolaio è iniziato da un uomo appena rientrato con la figlia da un viaggio in Qatar e Arabia Saudita, Paesi nei quali ha probabilmente contratto l’infezione. Il padre è deceduto, ma nel frattempo l’infezione si è trasmessa, oltre che alla figlia 35enne, anche al fratello 34enne contagiato in Tunisia: sono entrambi ricoverati in ospedale a Monastir.
Anche i focolai di Francia e Gran Bretagna sono iniziati da viaggiatori di ritorno da Paesi del Medio Oriente: Giordania, Quatar, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Diversa è la situazione in Germania, dove il solo caso segnalato è "di importazione" e non si è trasmesso ad altri.
Le preoccupazioni dell’Oms.
La settimana scorsa l’Organizzazione mondiale della sanità si è detta preoccupata per “i casi che non sono parte di più grandi cluster e che non sembrano aver avuto contatti con animali”. Secondo l’Oms infatti questi casi suggeriscono che il virus possa essere già diffuso nella comunità, fattore che potrebbe facilitarne un’ulteriore dispersione. I ricercatori dell’Oms stanno collaborando attivamente con i ricercatori sauditi anche in previsione dei riti del Ramadan. Quest’anno il mese santo dei musulmani cade infatti fra luglio e agosto, e in quell’occasione milioni di fedeli si recheranno in pellegrinaggio alle città sante dell’Arabia Saudita. I francesi hanno calcolato che il periodo di incubazione della malattia va da 9 a 12 giorni. E se all’adunata fosse presente il virus, potrebbe "cogliere l’occasione" per diffondersi ad altre nazioni.