Roma, 28 ago. (AdnKronos Salute) - "Da cittadino dico che" il caso marò è "una vergogna, ma da medico non credo che la febbre Dengue sia un motivo sanitario valido per riportare il fuciliere in Italia. Occorre solo assicurarsi che venga trattato in centri sanitari con tutte le caratteristiche del caso, ma in India si registrano migliaia di casi di questa malattia ogni anno", contro le poche decine qui in Italia, "per cui i medici sono molto esperti". E' il parere di Giorgio Palù, presidente della Società europea di virologia e ordinario di Microbiologia e virologia all'Università di Padova, sul caso di Salvatore Girone, infettato dalla febbre Dengue in India e ricoverato a New Delhi.
"Qui in Veneto abbiamo 15 casi l'anno importati - prosegue - L'anno scorso i primi casi europei si sono registrati in Portogallo e sembra che una Dengue 'autoctona' si sia registrata in Camargue e in Croazia. Ma in Europa non abbiamo il reservoir animale, perché non c'è l'ambiente ideale per il virus, che è la giungla. La Dengue infetta centinaia di milioni di persone nel mondo con sintomi simil-influenzali non gravi e solo in una piccola percentuale, attorno al 10%, insorge la forma emorragica". C'è da dire però che "i molti vaccini studiati finora non hanno funzionato e non ci sono ancora farmaci specifici a disposizione. In caso si venga infettati una volta, poi, esiste un meccanismo immunitario particolare per cui si è più vulnerabili nei confronti di una seconda infezione, che può anche essere più grave", conclude l'esperto.