Roma, 19 ott. (AdnKronos Salute) - "Dichiariamo lo stato di agitazione senza escludere, in mancanza di risposte soddisfacenti, uno sciopero per metà novembre". Ad annunciarlo Costantino Troise, segretario nazionale Anaao-Assomed, oggi a Roma in occasione di una conferenza stampa in cui le organizzazioni sindacali dei medici e dei dirigenti sanitari del Ssn (Anaao-Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari, Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Fpl Medici) hanno espresso le loro valutazioni sulla legge di Bilancio 2017.
Il giudizio sulla manovra, ha spiegato Troise, "è a due facce: positivo per il finanziamento del sistema con 113 mld di euro, ed è la prima volta che si mantiene l'impegno assunto nel Def, anche se la spesa pubblica italiana per la sanità è ancora al di sotto della media Ue e la più bassa tra i Paesi del G7 (l'Olanda stanzia il doppio, la Francia 194 mld); interlocutorio per quanto riguarda l'occupazione; ma purtroppo negativo per il finanziamento del contratto dei medici, scaduto da 7 anni e per cui i nostri conti segnalano un aumento di soli 115 euro lordi".
Per il rinnovo dei contratto per il pubblico impiego la legge di Bilancio stanzia 1,9 mld di euro e secondo le stime dei sindacati all'intero comparto sanità arriverebbero 400 milioni, inclusi 153 mln per i medici.
La cifra adeguata che i medici ipotizzano "potrebbe essere quella prevista dal precedente contratto - ha detto Carmine Gigli, presidente di Fesmed - compresa fra 250 e 350 euro".
I sindacati chiedono dunque "un incontro con il ministro della Salute - ha aggiunto Troise - chiarezza e adeguamento del finanziamento contrattuale con risorse certe e incrementali per valorizzare il merito, cosa impossibile a costo zero. E 100 euro sono costo zero. Finché non vedremo l'articolato comunque non possiamo avere numeri certi".
Necessari, secondo i sindacati, anche emendamenti alla legge di Bilancio volti a sopprimere norme degli anni precedenti che "portano via risorse aggiuntive" al salario: "640 mln di euro tagliati in 6 anni, pari a 628 euro a testa", denunciano. Mentre alle Regioni viene chiesta la revisione dei fondi contrattuali applicando la legge 122/2010. Più chiarezza viene sollecitata anche sui tempi e sui modi per la stabilizzazione dei precari e le nuove assunzioni annunciati nei giorni scorsi.