Roma, 18 nov. (AdnKronos Salute) - Fumata nera. A una settimana dalla scadenza del 25 novembre per l’applicazione della Direttiva europea sull’orario di lavoro in sanità, "è finita con un nulla di fatto il confronto di oggi all'Aran". Lo affermano i sindacati della dirigenza medica, che confermano dunque la loro posizione: "L’orario di lavoro europeo sarà tra le ragioni della manifestazione, che unitariamente abbiamo organizzato con la Fnomceo il 28 novembre pomeriggio a Roma in Piazza SS.Apostoli, e dello sciopero nazionale del 16 dicembre".
"A fronte della necessità che abbiamo più volte evidenziato, di garantire la qualità delle prestazioni ai cittadini - sottolineano le sigle - da parte di medici che abbiano rispettato il giusto orario di lavoro europeo, l'Agenzia ha avuto mandato di chiedere la condivisione di deroghe che avrebbero, però, come unico risultato quello di danneggiare i cittadini oltre che gli stessi medici".
"L’osservanza della normativa europea - proseguono - è una questione di politica sanitaria che ha visto sino ad oggi assenti Governo e Regioni. Si tratta di organizzare i servizi in modo appropriato e di garantire le risorse umane necessarie per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. Siamo disponibili a mantenere il tavolo tecnico aperto, ma riteniamo imprescindibile il confronto politico che porti a una ridefinizione complessiva delle tematiche dell’orario di lavoro nel nuovo contratto e uno stanziamento di fondi necessari nella Legge di Stabilità, a partire dal superamento del precariato", concludono Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil medici, Fvm, Fassid (Aipac-Snr-Simet), Cisl medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials medici, Uil Fpl medici.