Roma, 10 dic. (AdnKronos Salute) - Nel 2013 le aziende ospedaliere e gli ospedali gestiti dalle Asl presenterebbero a livello nazionale un disavanzo reale complessivo che oscilla tra il 13% e il 20% della spesa sostenuta per le prime e tra il 12,6% e il 14% della spesa per i secondi. Anche scegliendo l'ipotesi più prudenziale di stima, siamo comunque davanti a cifre dell'ordine di 3,3 miliardi di euro di disavanzo per le aziende ospedaliere e di 2,7 miliardi di disavanzo per gli ospedali gestiti dalle Asl. In tutto, 6 miliardi. E' quanto emerge dal 12° Rapporto annuale 'Ospedali&Salute 2014', promosso da Aiop (Associazione italiana ospedalità privata (Aiop) e realizzato da Ermeneia.
Quest'anno, per la prima volta, è stata effettuata una stima del disavanzo reale complessivo delle aziende ospedaliere e degli ospedali a gestione diretta. Si ricorda che l'86% della spesa ospedaliera pubblica fa capo agli istituti pubblici, mentre il restante 14% è destinato alle strutture accreditate. "Si tratta di una stima prudenziale, ricavata da quanto dichiarato nei conti economici degli ospedali - precisa il presidente di Aiop, Gabriele Pelissero - all'interno dei quali troviamo anche i contributi regionali per i ripianamenti di bilancio. Ma se vogliamo frenare la progressiva corrosione del nostro sistema universalistico e solidale, tra le azioni da intraprendere c'è quella della condivisione di un maggior livello di trasparenza sul funzionamento della complessa macchina ospedaliera compreso l'utilizzo delle risorse a essa destinate, in modo da premiare le strutture migliori, siano esse pubbliche o private accreditate. Tutto ciò ha come obiettivo quello di confrontare in modo credibile le prestazioni, con una competizione legittima tra pubblico e privato, allo scopo di produrre servizi migliori a vantaggio di tutti i cittadini".
Ma altre sorprese amare sembrano dover arrivare anche dal fronte istituzionale. Il Patto per la Salute siglato a luglio e frutto dell'intesa della Conferenza Stato-Regioni sembrava aver restituito una timida fiducia e stabilità agli operatori del settore, con una previsione di finanziamento pluriennale dell'intero sistema per il triennio 2014-2016 attestata sui 330 miliardi circa. Purtroppo, il finanziamento prospettato potrebbe essere messo in dubbio dalla legge di Stabilità 2015, che prevede un taglio di trasferimenti alle Regioni del valore di 4 miliardi. Se ciò dovesse accadere, il rischio potrebbe essere l'avvio di un'inesorabile corrosione del sistema, poiché il livello del finanziamento, secondo Aiop, si colloca al limite inferiore e invalicabile per mantenere il sistema sanitario nel contesto di quelli più evoluti al mondo.
L'Italia, tra l'altro, è già da diversi anni il fanalino di coda dei Paesi dell'Europa dei 15, con una spesa sanitaria globale che rappresenta solo il 7% del Pil.
Nonostante ciò, il livello qualitativo delle prestazioni erogate rimane per ora molto alto, grazie anche al fondamentale contributo fornito dalle aziende sanitarie di diritto privato che assicurano il 25% delle prestazioni ospedaliere, gravando solo per il 15% sulla relativa spesa pubblica. L'ulteriore riduzione di risorse, se concretizzata dalla legge di Stabilità 2015, andrà a colpire la sanità e paradossalmente colpirà ancora una volta la rete delle aziende di diritto privato che erogano le prestazioni a minor costo con la massima soddisfazione degli utenti.
Intanto, denuncia l'Aiop, mentre si discute ancora di ulteriori ipotetici tagli, il sistema di welfare si trova già di fronte a tre 'minacce' incombenti. La riduzione della spesa sanitaria: dopo la lunga stagione di tagli lineari, se le Regioni saranno chiamate a ridurre significativamente le loro spese complessive non sarà facile prescindere del tutto dalla componente di spesa per la salute, che vale circa due terzi dei bilanci regionali; il meccanismo di 'rimbalzo'. La difficoltà di rendere efficiente un sistema ospedaliero pubblico molto rigido si riflette sui soggetti del comparto privato (farmaceutica, ospedali privati accreditati, laboratori accreditati, ecc.), ma soprattutto sui cittadini, con aggravio di esborsi 'out of pocket' e con l'incremento delle addizionali Irpef.
Dal 2009 al 2013, ricorda Aiop, l'aumento delle spese derivanti da ticket per prestazioni ambulatoriali è stato del 34,9%, nello stesso periodo l'aumento della spesa per i ticket sui farmaci è del 66,8%, mentre per le prestazioni intramoenia negli ospedali pubblici è dell'11,8%; infine, la minaccia di corrosione dell'intero sistema universalistico, dovuta alle risorse sempre più scarse da un lato e alla crescita di domanda dall'altro, ricadrà pesantemente sulle categorie sociali più deboli.
"La difesa dalla progressiva corrosione del nostro servizio sanitario deve essere una delle priorità per l'anno a venire - continua Pelissero - Aiop insiste nel ricordare lo sforzo che le strutture private accreditate hanno compiuto negli ultimi anni per mantenere immutato il livello qualitativo delle prestazioni erogate, nonostante i continui tagli lineari subìti. Le attuali incertezze, ancora legate al futuro del Decreto interministeriale relativo al Regolamento degli standard qualitativi degli ospedali, sembrerebbero imporre una scelta centralistica e dirigistica. Si rischia di tornare a una visione ideologica che si fonda sul concetto di pianificazione tipica degli anni '60".
"E' vero - continua - l'autonomia delle Regioni in alcuni casi ha prodotto risultati inefficienti con la conseguente esigenza di un reale cambiamento, ma il Ssn deve svilupparsi e migliorare con una maggiore efficienza, una competizione ben regolata fra erogatori pubblici e privati e molta libertà per i cittadini.
Per ora il testo del Decreto ha raccolto alcune autorevoli critiche come quella del Consiglio di Stato che ha chiesto una radicale revisione dell'intero articolato. Da parte nostra, Aiop auspica un ripensamento complessivo".