Roma, 15 ott. (AdnKronos Salute) - Ragazzi italiani solidali e sensibili alla donazione di sangue. Per il 90% degli studenti delle scuole medie si tratta di un gesto di altruismo e solidarietà. Non solo. Il 66% considera la donazione un atto giusto, di alto valore per aiutare il prossimo, e solo il 6% si dichiara non interessato all'argomento. Sono alcuni dei dati emersi nella ricerca presentata questa mattina a Roma al ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, dal titolo 'Il vissuto e l'immaginario degli adolescenti nei confronti della donazione del sangue'.
L'indagine - che ha coinvolto 2.100 studenti di scuola media di tutta Italia - è stata curata Avis nazionale e dalla Società italiana di pediatria, in collaborazione con la Società italiana di medicina dell'adolescenza e l'Associazione laboratorio adolescenza, per comprendere in che modo i giovani si relazionano con il dono e mettere in atto strategie di sensibilizzazione efficaci. Dallo studio emerge che la grandissima maggioranza degli adolescenti conosce la pratica della donazione di sangue, ma il 'rapporto' con essa è fortemente condizionato dalla conoscenza effettiva di un donatore e, in particolare, se questo donatore è uno dei due genitori. Vi sono poi degli stereotipi negativi legati alla donazione di sangue (dolore, sicurezza) che, secondo gli esperti, andrebbero rimossi con una informazione adeguata e convincente.
E la scuola potrebbe avere un ruolo maggiore. I dati indicano che il 95% dei ragazzi conosce la pratica della donazione di sangue, grazie soprattutto alla tv (78% dei casi), alla famiglia (75%), alla scuola (68%). Questo ultimo dato è più basso al Sud (61,6%), ma soprattutto nelle Isole (54,6%). Ma se il 90% considera la donazione un atto di altruismo e solidarietà, meno del 20% afferma che certamente diventerà un donatore di sangue. D'altra parte il 21% pensa che donare il sangue possa essere rischioso per il donatore e il 34% ritiene che farlo sia doloroso. Inoltre il 44% del campione dichiara di non conoscere il proprio gruppo sanguigno. Un dato già non positivo che diventa molto più allarmante se si considera il test sulle scuole superiori di Milano, in cui la percentuale di maggiorenni che non lo conosce è ancora il 38%.
"I 9 milioni di studenti della nostra scuola - ha spiegato Angela D'Onghia, sottosegretario del Miur nel corso della presentazione dell'indagine - sono un grande veicolo di formazione e diffusione di valori. Per questo ringraziamo Avis per l'attività che svolge, in un periodo come quello attuale, per combattere la crisi di valori in atto".
Per il presidente di Avis nazionale, Vincenzo Saturni, "i dati presentati ci permettono di comprendere quali sono gli spazi di intervento per aumentare il coinvolgimento giovanile.
Bisogna rendere i giovani protagonisti della loro vita e offrire delle opportunità per mettere in atto gesti concreti di solidarietà".
Secondo Giovanni Corsello, presidente della Società italiana di pediatria, "i risultati della ricerca sono confortanti perché dimostrano che la cultura solidale è una realtà ben radicata tra i giovanissimi. Al tempo stesso dimostrano che è necessario rafforzare la corretta informazione riguardo alle caratteristiche della donazione. L'investimento sugli adolescenti è strategico, anche se non possono essere donatori prima della maggiore età, perché nell'età evolutiva si determina una sorta di imprinting cioè il proprio modo di comprendere il mondo e rapportarsi con gli altri, che poi resta nell'età adulta".