Milano, 25 gen. (AdnKronos Salute) - Sottoporre i dipendenti a check-up, obbligandoli a seguire programmi per tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e gestire il diabete. Sono alcune delle condizioni che i datori di lavoro americani impongono sempre più spesso ai loro sottoposti. La posta in gioco è elevata e si chiama copertura sanitaria. I lavoratori che decidono di non sottoporsi agli screening si trovano spesso a dover pagare premi più alti. A questo proposito, ha fatto discutere negli States una decisione del giudice federale del Wisconsin, che ha appoggiato le imprese nello spingere i lavoratori a prendere parte a questi programmi, a dispetto delle preoccupazioni crescenti sulla privacy dei dipendenti.
La decisione della Corte è stata l'ultima battuta d'arresto per l'agenzia federale Equal Employment Opportunity Commission (Eeoc) - riporta il 'New York Times - che negli ultimi anni ha intentato alcune azioni legali contro questa pratica, ritenuta discriminatoria. Nel caso del Wisconsin, un'azienda di prodotti plastici, la Flambeau, ha chiesto ai lavoratori di compilare un questionario e di sottoporsi a una serie di test biometrici prima di poter essere dichiarati idonei a partecipare al suo programma di salute. Un dipendente non si è presentato allo screening e ha perso la copertura sanitaria dopo che l'azienda si è rifiutata di pagare la sua quota. Anche se il lavoratore è stato poi inserito nel piano, dopo essersi sottoposto alle analisi, la Eeoc ha comunque intentato una causa. Il tribunale si è pronunciato a favore dell'azienda. "E' uno sviluppo molto positivo per i datori di lavoro, perché ora c'è una road map da seguire", commenta Stephen A. DiTullio, avvocato di Flambeau. La battaglia legale è ancora aperta e probabilmente l'Eeoc ricorrerà in appello.
Nel frattempo, il dibattito negli Usa è avviato. Secondo un'analisi della Kaiser Family Foundation, per esempio, quasi la metà dei datori di lavoro che offre screening usa incentivi fiscali che possono arrivare fino al 30% del premio (quindi raggiungono migliaia di dollari) per convincere i dipendenti a prenderne parte.
"I datori di lavoro vogliono usare alte sanzioni per persuadere chi si oppone a partecipare agli screening - sostiene Jennifer Mathis, già avvocato dell'Eeoc e ora al Center for Mental Health Law - Se i tribunali andranno avanti con l'idea che le aziende possono richiedere queste informazioni come condizione per iscrivere i dipendenti nei loro programmi di salute, il dibattito su ciò che è volontario diventerà discutibile, perché i lavoratori non potranno permettersi di dire di no".