Roma, 12 feb. (AdnKronos Salute) - Anziani, bambini, donne in gravidanza si spostano verso le frontiere turche. "Decine di migliaia di persone lasciano i villaggi siriani e fuggono verso i confini. Alcuni si fermano nei dintorni del nostro ospedale di Al Salamah. Queste persone non hanno un posto dove dormire. Non hanno accesso a servizi igienici e acqua pulita. La prima notte dormono in strada. E anche componenti del nostro staff hanno dovuto riunire la famiglia e lasciare i villaggi, unendosi alle migliaia di persone che si avvicinano ai confini turchi". E' la drammatica testimonianza di Ahmed, Pharmacy manager di Medici senza frontiere a Kilis, in Turchia, che lavora al programma dell'associazione che rifornisce di farmaci 15 ospedali e altre strutture in Siria. Msf ha già segnalato un sistema sanitario al collasso nel distretto di Azaz, devastato dalla guerra.
E la fuga non si ferma. "Circa 50 dei nostri colleghi con le loro famiglie sono dovuti partire, e si sono stabiliti temporaneamente ad Al Salamah, o in tende da campo nei dintorni. Non posso stimare il numero di persone in movimento, ma sono tantissimi", racconta. Manca tutto per assistere queste persone. "E il governo turco ha chiuso in confini a tutti tranne ai medici". I controlli sono attenti al confine, ci sono delle liste e solo i dottori possono passare. "In questo modo possiamo portare assistenza medica a chi ne ha bisogno, dal lato siriano del confine". Mentre i pesanti combattimenti nel distretto di Azaz, in Siria settentrionale, causano lo sfollamento di altre decine di migliaia di persone, il già devastato sistema sanitario è vicino al collasso e ogni intensificarsi degli scontri renderà ancora più grave la crisi umanitaria in atto nell'area.
Le ultime stime parlano di 30.000 nuovi arrivi nelle aree al confine con la Turchia, dove sempre più persone stanno cercando riparo. La maggior parte vive al di fuori dei campi rifugiati esistenti, che ospitano già decine di migliaia di persone sfollate in precedenza a causa del conflitto. Nel frattempo, i combattimenti continuano a colpire un sistema sanitario già devastato: nelle ultime due settimane diversi ospedali e piccoli centri sanitari hanno subito bombardamenti aerei ad Azaz e nelle aree rurali intorno ad Aleppo, tra cui almeno tre ospedali supportati da Msf.
"In Siria ormai decine di migliaia di persone si dirigono verso i confini turchi in cerca di sicurezza. Il distretto di Azaz è tra i più colpiti in questa guerra brutale e l'assistenza sanitaria è sotto assedio", spiega Muskilda Zancada, capomissione di Msf per la Siria, che ha già acceso nei giorni scorsi i riflettori su Azaz.
"Siamo molto preoccupati per la situazione nell’area meridionale del distretto, dove lo staff medico, temendo per la propria vita, è stato costretto a fuggire e dove gli ospedali sono stati chiusi o possono offrire solo servizi di emergenza limitati".
Le équipe di Msf nel distretto di Azaz stanno distribuendo alle persone sfollate beni di primo soccorso come tende e coperte e hanno assistito circa 800 famiglie. Preoccupano le condizioni delle persone che vivono al di fuori dei campi, che non hanno ricevuto quasi alcuna assistenza, e non possono contare su servizi igienici e acqua pulita.
Da sabato scorso, nell'ospedale di Msf nel nord del distretto di Azaz i pazienti ambulatoriali sono aumentati del 50% e vengono effettuate circa 160 visite mediche al giorno, la maggior parte per infezioni alle vie respiratorie. Msf ha aumentato i posti letto dell’ospedale da 28 a 36 e si sta preparando a un ulteriore ampliamento, nel caso fosse necessario.