Milano, 22 set. (AdnKronos Salute) - Sono alti 1 metro e 70 centimetri e Carlo Pappone, il primario dell'Unità di Elettrofisiologia e Aritmologia del Policlinico San Donato, li ha già ribattezzati bonariamente 'Cric e Croc'. Sono loro, due robot 'col camice' - i primi del genere in Italia - una delle novità del nuovo reparto inaugurato ufficialmente oggi alla presenza, fra gli altri, del presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, del presidente del gruppo ospedaliero San Donato, Paolo Rotelli, e del cardiologo Josep Brugada, papà della sindrome che ha trovato una cura nell'Irccs alle porte di Milano. Funzionano come un Avatar del medico, del quale hanno la voce e il volto.
Al posto della testa, infatti, c'è uno schermo sul quale compare l'immagine del dottore che prende in prestito il loro corpo fatto di circuiti e bulloni "per interagire con il malato e 'visitarlo'" da remoto, spiega Pappone. In qualsiasi parte del mondo si trovi e solo impugnando un semplice tablet. Le due new entry dell'equipe hanno fatto la loro prima comparsa in pubblico oggi, in un collegamento video con la platea durante l'inaugurazione. Il comando lo sceglie il medico e le braccia meccaniche del robot, le webcam di cui sono dotati, diventano le braccia e gli occhi del camice bianco.
"Non è una tecnologia che allontana medico e paziente, ma li avvicina", assicura Pappone. I due robot, continua lo specialista, "rappresentano una nuova frontiera nella gestione del rapporto con il malato, in cui è richiesta sempre più competenza e un intervento immediato del medico in circostanze critiche. Si può essere presenti anche quando si viaggia per andare ai congressi, o ci si trova all'esterno dell'ospedale".
Attraverso il tablet il camice bianco "guida il robot e può dialogare con i collaboratori, entrare nelle apparecchiature e rilevare direttamente i parametri vitali. Con uno zoom può leggere le cartelle cliniche e con i comandi vocali può dirigere i comandi delle macchine". E se i robot in camice per 20 minuti non ricevono alcun comando, innescano la retromarcia e si mettono al muro in carica. Una delle tante tecnologie presenti nelle nuove sale, per le quali è stato previsto un piano di investimento complessivo "pari a 25 milioni di euro", spiega Rotelli, su una superficie complessiva di 5 mila metri quadri, di cui 2 mila adibiti a blocco operatorio (700 mq ancora da realizzare), 1.500 mq all'area tecnica e altri 1.500 per ambulatori e area direzionale. Nell'Unità operativa lavorano stabilmente 40 operatori, di cui 10 medici, 20 tra infermieri, operatori sociosanitari e tecnici e 10 ingegneri di ricerca.
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