Salute

Sanità: malattie croniche per 12 mln di italiani, in aumento tra i giovani

Simi, ci si ammala sempre prima anche per colpa di stili di vita poco sani

Roma, 27 apr. (AdnKronos Salute) - Sono 12 milioni gli italiani con due o più malattie croniche. Oltre 4,5 milioni di over 75 hanno almeno due patologie croniche da combattere, così come più di 5,5 milioni fra i 55 e i 65 anni. Ma l'età a cui si comincia a dover combattere contro problemi da cui non si guarisce si sta abbassando sempre più, e così fra i 45 e i 55 anni sono circa 1,5 milioni gli italiani alle prese con due o più patologie che li accompagneranno sempre. Lo hanno spiegato gli esperti della Società italiana di medicina interna (Simi), invitati a discutere delle prossime sfide della medicina durante uno degli incontri dell'Accademia Lancisiana di Roma.

Secondo gli esperti, oggi le malattie croniche non trasmissibili sono la nuova emergenza sanitaria. In Italia sono responsabili del 92% dei decessi e secondo le stime nel 2060, quando il 20% della popolazione sarà over 75, la spesa sanitaria necessaria per garantire un'assistenza adeguata a questi pazienti con bisogni di salute complessi sarà dal 20 al 40% superiore a quella attuale.

"Questi numeri impongono una seria riflessione e costituiscono una sfida per il futuro - osserva Francesco Perticone, presidente Simi - Purtroppo il Servizio sanitario nazionale non ha ancora percepito l'entità del problema della multimorbidità e tarda a individuare soluzioni che invece sono e saranno sempre più necessarie. Dal diabete e dall'ipertensione, dalla broncopneumopatia cronica ostruttiva e dalla fibrillazione atriale, dall'asma e dall'artrosi non si guarisce, di fatto, ma occorre conviverci e seguire terapie che le tengano il più possibile sotto controllo. Inoltre i pazienti si ammalano sempre prima, anche per colpa di stili di vita poco sani, e questo non fa che aumentare ulteriormente il numero di persone da seguire in maniera strutturata, senza mai perdere di vista la complessità del caso".

Come dimostrano infatti i dati dello studio 'Reposi' della Simi, le comorbidità vanno a braccetto con le politerapie: fra gli over 65, per esempio, oltre 6 milioni prendono ogni giorno più di cinque farmaci, 1,3 milioni ne assumono addirittura più di 10 e nel 60% dei casi sono esposti ad almeno un'interazione che in un caso su quattro può rivelarsi grave, perché al crescere del numero di medicinali sale anche la probabilità di eventi avversi. Serve perciò un nuovo approccio, una 'medicina della complessità' che possa farsi carico della gestione di malati sempre più complicati.

"Dobbiamo agire almeno su due fronti - spiega Perticone - Da un lato dovremmo implementare il 'Chronic Care Model', un modello di assistenza sanitaria per le patologie croniche che accanto a un'importante opera di prevenzione primaria, indispensabile per ridurre l'impatto di queste malattie nel prossimo futuro, prevede una gestione in rete da parte degli specialisti delle singole patologie, ma anche di un medico della complessità quale l'internista che possa tenere le fila dei bisogni del paziente.

Il quale, dal canto suo, deve essere sempre più coinvolto e responsabilizzato nelle scelte di cura. L'obiettivo è trovare un giusto equilibrio nelle terapie in modo da avere una buona qualità di vita".

"Il secondo fronte su cui dovremo agire è la formazione di medici capaci di gestire la complessità - prosegue il presidente della Simi - Finora si è sempre privilegiata la medicina delle specialità, ma l'esperienza clinica quotidiana ci sta rivelando che i pazienti reali sono sempre più spesso affetti da due o più malattie da gestire assieme. Accanto agli specialisti che devono monitorare le singole malattie, gli oltre 11.000 internisti italiani sono perciò una risorsa essenziale: sanno identificare le patologie dominanti e prescrivere i trattamenti più adeguati considerando le caratteristiche del singolo caso, per minimizzare i rischi e ottimizzare le diverse terapie. Anche tenendo conto di una varietà di aspetti che spesso esulano dal semplice piano sanitario, e che stanno diventando sempre più pressanti oggi in tempi di crisi economica: i problemi abitativi o le difficoltà finanziarie", per esempio, sono aspetti che "possono avere un peso determinante sulla possibilità di seguire le cure in modo adeguato e proprio per questo sono valutati e gestiti attraverso il Chronic Care Model".

27 aprile 2016 ADNKronos
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