Roma, 15 ott. (AdnKronos Salute) - "Abbiamo ottenuto alcuni dei risultati auspicati": nessun taglio alle indennità delle Unità di Cure Primarie (Ucp) per i colleghi di assistenza Primaria. E nessun obbligo, per i medici di medicina generale, di prestare servizio all'interno delle 'Case della Salute', durante il fine settimana. Inoltre, il sabato e la domenica "sarà garantito il lavoro per i colleghi con poche ore. In questo modo riteniamo che, per i giovani medici, sarà più semplice inserirsi nel circuito del Servizio sanitario regionale". Lo spiega Paolo Marotta, segretario Smi-Lazio, commentando l'accordo tra regione Lazio e sindacati dei medici di famiglia siglato oggi.
Un grande risultato è stato ottenuto - continua il sindacalista - anche per la Centrale di ascolto del servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) che, per la prima volta dal 1996, "viene ufficialmente menzionata in un documento della regione Lazio". Secondo Marotta, infatti, questo rappresenta "un primo passo per ottenere, finalmente, la tanto attesa strutturazione della pianta organica del personale medico della Centrale di ascolto che, da ormai quindici anni, è imbrigliata in contratti a tempo determinato". Ma non mancano, però, alcune perplessità. "Pur riconoscendo i risultati positivi finora raggiunti, molto è ancora da fare", ha aggiunto il Segretario Smi-Lazio.
"Basti pensare che non sono stati ancora risolti i problemi legati all’informatizzazione del sistema sanitario e la carenza dei medici dirigenti nelle Asl. Questo accordo rappresenta anche il rilancio dell’informatizzazione. Ma è fondamentale che le Asl siano messe in condizioni di poterlo fattivamente applicare, perseguendo obiettivi comuni". Per Paolo Marotta, "solo con una reale collaborazione tra le aziende sanitarie e il territorio, sarà veramente possibile creare una rete di informatizzazione ad hoc. Valida sia per i medici che per gli utenti. Ma finché ognuno penserà al proprio 'orticello', tutti gli sforzi finora raggiunti risulteranno vani".