Roma, 20 gen. (AdnKronos Salute) - Il 15,3% dei medici italiani è stato chiamato in giudizio da un paziente. E' quanto emerge dal sondaggio realizzato dall'Osservatorio internazionale della Sanita' in collaborazione con l'Ordine dei medici-chirurghi e odontoiatri (Omceo) di Roma, presentato oggi a Roma al ministero della Salute. La ricerca ha indagato il rapporto tra il mondo medico e le assicurazioni. Ebbene, il 78,9% dei camici bianchi intervistati e' preoccupato di incorrere in una controversia pretestuosa con l'assistito, e per il 72,2% e' una necessità tutelarsi con una polizza comprensiva della tutela legale completa.
L'86,8% ha stipulato un'assicurazione già prima dell'entrata in vigore dell'obbligo normativo previsto per i medici del settore privato. Ginecologi, chirurghi plastici e ortopedici sono gli specialisti più colpiti dalle denunce. Ma c'è il nodo dei costi. Meno del 10% dei professionisti sarebbe disposto a impegnare oltre il 5% del suo reddito per un'assicurazione. Il 51% degli intervistati preferisce non avere una franchigia per il risarcimento dei danni. Secondo Dario Focarelli, direttore generale dell'Ania, l'associazione che rappresenta le compagnie assicurative, tra i relatori invitati a discutere sul sondaggio, "i risultati non ci stupiscono dal 1994 ad oggi le denunce sono triplicate. Serve - precisa - un intervento organico su questo settore, si deve definire meglio la responsabilità dei medici da riscrivere in modo coerente con la teoria del codice civile. Questo ha effetto sulla durata della prescrizione e sulla lunghezza del processo. Chiarendo la definizione si ridurrebbero i casi pretestuosi, infatti più della meta' delle denunce non va a processo.
"Il segno - continua - deve essere chiaro, ridefinire la responsabilità del medico, che non deve essere di natura contrattuale, soprattutto nel pubblico. Inoltre, oggi mancano anche le tabelle per il risarcimento, utili per l'assicurato e per il medico". "Il fenomeno della responsabilità professionale e' complicato - spiega Vito De Filippo, sottosegretario al ministero della Salute, nel suo intervento - c'e' una esigenza che riguarda la medicina difensiva, ormai un costo elevato per il Ssn. Siamo alla conclusione dell'iter legislativo per una normativa unica sul tema della responsabilità professionale, la tutela assicurativa e la malpractice. Serve una normativa organica per dare un orientamento su tutti gli aspetti di questa problematica".
"Oggi le tariffe che deve pagare un medico per assicurarsi arrivano fino a 25mila euro l'anno - chiosa Roberto Lala, presidente dell'Omceo Roma - ma la paura del professionista non e' per l'errore ma per il fatto di essere accusato ingiustamente".