Roma, 20 ott. (AdnKronos Salute) - Dare le 'pagelle' agli ospedali italiani funziona. Negli ultimi anni - da quando è stato istituito il Programma nazionale esiti, che mette a confronto le performance delle strutture sanitarie - si registra un aumento del numero degli interventi chirurgici effettuati nei tempi stabiliti dalle linee guida internazionali. Il caso più emblematico, che fotografa al meglio questo nuovo corso, è rappresentato dall'intervento per ricomporre la frattura del femore: la proporzione di fratture di femore operate entro due giorni - come prevede la procedura medica corretta - è infatti passata dal 28,7% del 2008 al 45,7% del 2013.
E' quanto emerge dal Programma nazionale esiti 2014, sviluppato dall'Agenzia per i servizi sanitari regionali (Agenas) per conto del ministero della Salute, presentato oggi a Roma. Il programma mette a confronto le performance delle strutture sanitarie di tutte le regioni, in base a 129 indicatori che vanno dalla mortalità a 30 giorni per ictus a quella per infarto, dalla proporzione dei parti con taglio cesareo alle complicanze a 30 giorni per colecistectomia. Non si tratta di graduatorie, pagelle o classifiche, ma di uno strumento a disposizione delle Regioni, delle aziende e degli operatori per il miglioramento delle performance, precisano i promotori.
Anche per quanto riguarda l'intervento di angioplastica - efficace nel ridurre la mortalità per infarto acuto del miocardio - si registrano segnali incoraggianti: la proporzione di infarti trattati entro due giorni è passata dal 27,9% del 2008 al 39,6% del 2013.
Non mancano però le criticità. Per quanto riguarda la frattura del collo del femore, ad esempio, a fronte di un valore nazionale medio del 45,7% di interventi entro due giorni, si osserva una notevole variabilità intra e interregionale con valori per struttura ospedaliera che variano da un minimo dell'1% a un massimo del 98%. Malgrado le diversità fra regione e regione, i segnali però sono buoni: mentre nel 2011 tutte le regioni del Sud avevano valori medi inferiori ai valori nazionali, nel 2013 la Sicilia registra valori medi superiori a quelli nazionali, mentre la Basilicata e il Lazio raggiungono i valori medi nazionali, paragonabili a Lombardia e Umbria.
Valori difformi anche per quanto riguarda gli interventi di angioplastica: a fronte di un valore nazionale medio del 39,6%, si osserva infatti una notevole variabilità intra e interregionale con valori per struttura ospedaliera che variano da un minimo dello 0,5% a un massimo del 95%.
"Le evidenze scientifiche e gli stessi dati del Programma - spiegano gli esperti dell'Agenas - dimostrano che la pubblicazione dei dati e l'utilizzo di queste misure come strumento di governo del sistema migliora la qualità delle cure.
Un uso però riduttivo e meccanicistico delle misure di esito per definire incentivi o sanzioni - osservano gli esperti - può determinare effetti indesiderati e opportunismi di codifica dei sistemi informativi, che rischiano di inficiare le valutazioni e che per questo vanno attentamente monitorati".