Livorno, 31 mar. (AdnKronos Salute) - I 13 delitti all'ospedale di Piombino, per cui è stata arrestata un'infermiera professionale, sono stati compiuti tra l'inizio del 2014 e l'autunno del 2015. I decessi dei pazienti, vittime delle dosi massicce di eparina iniettate dall'infermiera sotto accusa, si sono verificati nel 2014 in queste date: 19 gennaio, 27 giugno, 22 settembre, 2 ottobre, 24 novembre, 26 novembre, 20 dicembre, 28 dicembre. E nel 2015 nei giorni 9 gennaio, 11 marzo, 1 luglio, 9 agosto, 29 settembre.
I carabinieri del Nas di Livorno, a seguito di accurate verifiche sui turni di servizio di tutto il personale nel Reparto di anestesia e rianimazione, sono anche riusciti ad accertare come "unica e ricorrente" presenza in tutti i turni sospetti, correlati alle morti, l'infermiera che è stata arrestata. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Livorno, Antonio Pirato, nei confronti dell'infermiera professionale, con relativo decreto di perquisizione, è stata eseguita nella tarda serata di ieri dai carabinieri del Nas di Livorno, con la collaborazione dei militari del comando provinciale.
L'infermiera, dopo l'arresto e la perquisizione nella sua abitazione, è stata associata presso la sezione femminile della casa circondariale Don Bosco di Pisa, a disposizione dell'autorità giudiziaria. E' ritenuta responsabile di 13 omicidi volontari nei confronti di altrettanti pazienti, tutti ricoverati, a vario titolo e per diverse patologie, presso l'Unità operativa di anestesia e rianimazione dell'ospedale civile di Piombino.
L'indagine, iniziata a metà del 2015 e condotta dai carabinieri del Nas di Livorno, coordinati dal pubblico ministero Massimo Mannucci della Procura della Repubblica di Livorno, è scaturita da una segnalazione per un'ennesima e inspiegabile morte nell'ospedale piombinese di un anziano uomo per emorragie diffuse, non direttamente collegabili alle patologie di cui era affetto.
L'attività investigativa del Nas - coadiuvato nelle varie fasi dal Reparto analisi criminologiche della sezione di psicologia investigativa e dalla Sezione atti persecutori del raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis) di Roma - ha consentito di accertare la responsabilità dei delitti, che sarebbero stati commessi dall'infermiera arrestata, in servizio presso l'ospedale di Piombino da numerosi anni.
La complessa indagine ha messo in luce anche le modalità con le quali l'infermiera avrebbe provocato la morte dei 13 pazienti, ovvero attraverso l'iniezione letale del farmaco anticoagulante eparina, tanto da determinare, soprattutto in alcuni casi, una rapida, diffusa e irreversibile emorragia con conseguente morte.
La presenza dell'eparina è stata riscontrata nei rispettivi esami emato-chimici effettuati sui pazienti nel corso dell'ordinario monitoraggio clinico, che hanno evidenziato una concentrazione, in alcuni casi, anche 10 volte superiore rispetto a quelle compatibili con le consentite dosi terapeutiche.
I pazienti deceduti, uomini e donne di età compresa fra i 61 e gli 88 anni, in molti casi avevano patologie per le quali la somministrazione dell'eparina non rientrava nelle possibili terapie.
I 13 decessi, 12 dovuti a scoagulazione del sangue e uno ad arresto cardiaco, ma ugualmente riconducibile alla somministrazione di altro farmaco, hanno alterato il totale nelle statistiche della struttura sanitaria di Piombino.
Adesso le indagini del Nas sono concentrate per far luce sulle motivazioni che hanno portato agli insani gesti, verosimilmente da collegare allo stato psichico dell'infermiera arrestata, in particolare a depressione, uso di alcol e di psicofarmaci.