Roma, 15 ott. (AdnKronos Salute) - Scortesie, piccole crudeltà, 'invasioni' di campo, sabotaggi e persino minacce. Le 'ostilità laterali', ovvero i conflitti tra persone dello stesso livello gerarchico, sono state sperimentate in 8 casi su 10 da infermieri nei reparti di terapia intensiva, Pronto soccorso, sale operatorie, servizi di emergenza territoriale. Sono alcuni dati dello studio 'Ostilità Laterali', pubblicato sulla rivista Dimensions of Critical Care Nursing', promosso in Italia da Aniarti (Associazione nazionale infermieri di area critica, ovvero delle strutture dove in paziente è a rischio sopravvivenza) e coordinato dal gruppo di ricerca dell’infermiere Stefano Bambi dell’Azienda ospedaliero universitaria di Careggi a Firenze.
Allo studio, uno dei pochissimi sul tema nel nostro Paese, hanno partecipato oltre 1500 infermieri. Quasi l’80% riferisce di aver subito fenomeni di 'ostilità laterale' negli ultimi 12 mesi. Le 3 forme ritenute più gravi dai partecipanti sono state: 'intimidazioni, minacce'; 'atti di sabotaggio, compromissione nella sfera lavorativa e/o personale'; 'isolamento professionale e/o sociale, esclusione dalle attività o conversazioni'. Circa l'82% del campione riferisce di aver assistito ad episodi di ostilità nei confronti di altri infermieri, ed al momento della partecipazione alla ricerca, il 30% si sentiva ancora oggetto di questo tipo di atteggiamenti. La quota di domande di mobilità verso nuovi reparti/servizi effettuate negli ultimi 12 mesi a causa di questi problemi subite si è attestata all’11,3%, scendendo al 3,6% per quanto riguarda coloro che hanno, agli effetti, cambiato reparto/servizio di impiego.
Ben 157 infermieri (13,1%) hanno pensato, nell’arco dell’ultimo anno, di lasciare addirittura la professione definitivamente a causa di questi atti di ostilità. Lo studio, spiegano i ricercatori, mette in mostra un fenomeno, che "a causa della sua diffusione e dell’impatto sulla qualità di vita professionale e psicofisica degli infermieri, necessita di essere presa in carico a tutti i livelli della professione: dalla formazione di base, alla linea assistenziale diretta fino a quella dirigenziale".
Le 'ostilità laterali' sono definite dagli esperti come 'una varietà di interazioni crudeli, scortesi, antagonistiche che avvengono tra persone agli stessi livelli gerarchici nelle organizzazioni', un fenomeno spiegato dai ricercatori con le teorie dei comportamenti dei gruppi oppressi e ai fattori tipici della professione e delle relazioni conflittuali.
Fino ad oggi sono stati pochi, però, gli studi pubblicati in Italia, Paese dove si rilevano un 5,6% di molestie orizzontali subite dagli infermieri, e l’assenza di ricerche centrate sull’area critica. E i ricercatori rilevano anche una varietà e confusione delle definizioni del fenomeno.