Roma, 23 gen. (AdnKronos Salute) - Macabro e a dir poco pragmatico. In Gran Bretagna spunta un test per determinare se un anziano morirà entro 30 giorni da quando viene ricoverato in ospedale. Il tutto, dice chi l'ha messo a punto, aiuterà a evitare futili e costosi trattamenti medici che non farebbero altro che prolungare le sue sofferenze: in caso di esito affermativo, al paziente viene data la possibilità di tornare a casa per poter trascorrere gli ultimi momenti con i propri cari, sostenuto da cure palliative fornite dal Sistema sanitario inglese. Se ne parla sulla rivista 'Bmj Open publication Supportive & Palliative Care'.
Lo screening prende in considerazione 29 indicatori di salute inclusi età, livello di fragilità, presenza di varie malattie, condizione mentale, precedenti ricoveri, e produce una percentuale di possibilità di morte entro un arco di 1-3 mesi. I ricercatori che l'hanno messo a punto, esperti della University of New South Wales, spiegano che l'obiettivo dello 'Critera for Screening and Triaging to Appropriate alternative care', abbreviato in 'Cristal', è di avviare una discussione franca sul fine vita e di minimizzare il rischio di accanimento terapeutico. Gli autori hanno analizzato 112 studi 'peer-review' per trovare quali test e domande dovessero essere rivolti ai pazienti, come migliori indicatori di possibile morte.
"Ritardare una morte inevitabile contribuisce al lievitare dei costi della sanità - dice al 'Telegraph' Magnolia Cardona-Morrel, fra gli scienziati che hanno messo a punto il testo - e spesso non si migliora la qualità di vita del paziente o della sua famiglia, aumentando allo stesso tempo la frustrazione del personale sanitario". L'esame mira ad avviare una "onesta comunicazione fra pazienti, famiglie e medici nel riconoscere che la morte fa parte del ciclo della vita".