Roma, 6 lug. (AdnKronos Salute) - Quasi la metà delle visite ambulatoriali è a pagamento. Cresce, infatti, la spesa sanitaria privata in Italia, che ha ormai raggiunto quota 33 miliardi, quasi un quarto della spesa sanitaria complessiva. Ed è quasi tutta pagata direttamente dai cittadini senza l’intermediazione di fondi integrativi o assicurazioni, che attenuano il rischio di esborsi insostenibili in caso di necessità. Sono alcuni dati de 'Lo stato di salute della sanità italiana', illustrato oggi a Roma da istituzioni, economisti, manager ed esperti del settore nell’incontro organizzato dalla Federazione di Asl e ospedali, Fiaso, in occasione della sua Assemblea nazionale con Accademia di Medicina.
Nel dettaglio: il tasso di copertura dei servizi pubblici per i 2,5 milioni di non autosufficienti non supera il 10-20%, per l’odontoiatria il 5%. Il 45% delle visite ambulatoriale è 'out of pocket', così come il 40% delle prestazioni riabilitative. Il 70% delle visite ginecologiche è a pagamento. "Insomma il cittadino medio, sano, quando ha bisogno è abituato a pagare e a ricercarsi le prestazioni in un sistema ancora molto frammentato, che favorisce chi ha più competenze", spiega Francesco Longo, del Cergas Bocconi, dopo aver sciorinato i dati.
"Per questo –aggiunge- anche in sanità, come per Google, Amazon o Tripadvisor, è iniziata la competizione tra chi riuscirà a proporre una piattaforma capace di ricomporre l’offerta di servizi a misura di famiglie e pazienti. Ci stanno già provando farmacie, assicurazioni, cooperative di medici, siti web e privati in genere. E in questa competizione il Ssn resta il principale attore per dimensioni, strutture e risorse. Ma per la sua debole cultura del servizio - conclude Longo - rischia di far retrocedere al rango di semplice produttore di servizi, lasciando agli altri il ‘packaging’ dell’ultimo miglio".