Roma, 16 mar. (AdnKronos Salute) - Cresce nel 2014, anche se di poco, il fatturato dei 10 grandi gruppi della sanità privata italiana. Da 3.821 milioni di euro del 2013, si passa a 3.872 milioni di euro l'anno successivo. A rivelarlo è l'ultimo studio R&S-Mediobanca che fotografa i conti e le performance delle '10 sorelle della sanità privata', i principali gruppi attivi nella Penisola, per il periodo 2010-14. Ebbene, nel 2014, in cima alla classifica dei primi 3 si confermano il Gruppo San Donato (Papiniano) della famiglia Rotelli, Humanitas della famiglia Rocca, e GVM-Gruppo Villa Maria Spa della famiglia Sansavini, che insieme si aggiudicano il 62% del giro d'affari annuo.
Nella top ten, inoltre, a registrare una contrazione del fatturato è solo l'Ieo-Istituto europeo di oncologia, che passa dai 296 milioni del 2013 ai 260 mln del 2014. Stabile il Gruppo Raffaele Garofalo & Co, con 96 mln, mentre tutti gli altri gruppi registrano fatturati in aumento rispetto al 2013. Più in dettaglio il Gruppo ospedaliero San Donato e ospedale San Raffaele - che fanno capo alla Papiniano Spa, holding della famiglia Rotelli con sede a Bologna, che oggi controlla complessivamente 18 strutture ospedaliere (17 in Lombardia e una in Emilia-Romagna) - è il primo operatore privato accreditato in Lombardia, e ad esso fa capo l'11% circa dei posti letto della regione. Il fatturato 2014 è di 1.387 milioni.
Humanitas Spa con sede a Milano, holding della famiglia Rocca - che nel 2016 ha acquisito la Casa di cura San Pio X del capoluogo lombardo - rappresenta il secondo operatore privato lombardo accreditato, con un fatturato di 548 milioni nel 2014. GVM, in terza posizione con 462 mln di fatturato, controlla 28 strutture ospedaliere e 7 all'estero (tra Polonia, Francia, Albania). I 3 gruppi principali, in aggregato, hanno totalizzato un fatturato da 2.397 milioni. Alle spalle dei prime tre gruppi si colloca Kos, facente capo alla Cir (De Benedetti) per il 51,26% e partecipata dal fondo di private equity Ardian per il 46,7%. Si tratta del primo operatore italiano per ricavi e posti letto (7.100) nel settore delle residenze per anziani non autosufficienti, attraverso 79 strutture collocate essenzialmente nel Centro-Nord Italia, con un fatturato a 392 milioni.
Al quarto posto Ieo-Istituto europeo di oncologia s.r.l., fondato nel 1987 su iniziativa di Enrico Cuccia e Umberto Veronesi. Attualmente i principali azionisti sono Mediobanca (14,8%), UnipolSai (14,4%) e UniCredit (13,4%). Il fatturato del gruppo Ieo nel 2014 è stato di 260 milioni di euro, con un utile di 6,8 mln. "Nel quinquennio i risultati cumulati sono negativi per 21,2 mln, a causa delle perdite per complessivi 34,6 mln fatte segnare nel triennio 2010-12", rileva il rapporto.
Servisan Spa, holding della famiglia De Salvo, con diverse strutture nel Nord Italia (fra cui il Policlinico di Monza) e un ospedale privato a Bucarest, è al quinto posto della classifica con 211 milioni di fatturato.
Il gruppo MultiMedica, controllato da Daniele Schwarz, è operativo in Lombardia e conta 4 strutture ospedaliere per complessivi 853 posti letto, con un fatturato da 201 milioni. Segue la finanziaria Giomi-Fingemi, della famiglia Miraglia, che controlla un gruppo ospedaliero presente nel Lazio, in Calabria, Sicilia e Toscana, costituito da 7 ospedali con circa 1.400 posti letto e 11 residenze per anziani, con 159 milioni di fatturato. Con 156 mln troviamo poi Eurosanità, controllata dalle 2 holding lussemburghesi Care Holding S.A. e Participations Sanitaire S.A. e partecipata indirettamente anche dalla Giomi-Fingemi della famiglia Miraglia, che gestisce 4 strutture di cura (Policlinico Casilino, Quisisana e Villa Stuart a Roma e Sant'Elisabetta a Fiuggi). Infine, al decimo posto c'è la Raffaele Garofalo & C. Sapa, della famiglia Garofalo, a capo di un gruppo di case di cura ubicate in Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Toscana, con un fatturato di 92 milioni nel 2014.
Il rapporto ha indagato anche temi come il costo del lavoro per i grandi gruppi. "La forza lavoro in capo alle 5 maggiori società assomma a poco meno di 18.900 unità, composte per il 73% circa da personale sanitario. Si segnala che le aziende fanno ampio ricorso a lavoro autonomo e forme di collaborazione coordinata e continuativa, peraltro poco raffrontabili tra loro per le diverse modalità delle prestazioni e per l'assenza del vincolo di esclusiva". Il costo del lavoro per dipendente nel 2014 oscilla tra i 37 mila euro della GVM e i 61 mila dello Ieo, ma si rileva la sostanziale stazionarietà nel quinquennio (a eccezione del Gruppo San Donato, in crescita del 12,5% in concomitanza con l'acquisizione dell'ospedale San Raffaele di Milano).
Nell'analisi R&S Mediobanca "il gruppo Humanitas mostra nel complesso performance economiche di gran lunga migliori rispetto agli altri gruppi esaminati, con utili cumulati tra il 2010 e il 2014 per circa 150 milioni di euro (e dividendi distribuiti per 53,6 mln), con i più elevati Roe e Roi dell'esercizio 2014, pari al 19,8% e al 28,4% rispettivamente".
Il Gruppo ospedaliero San Donato "ha consuntivato nel quinquennio risultati netti cumulati (prima della quota di terzi) per circa 28 milioni, nonostante la perdita di 53 mln realizzata nel 2012 in concomitanza con l'acquisizione del San Raffaele. Nel 2014 ha evidenziato un Roe del 13,7% e un Roi del 13,2%, performance seconde solo a quelle del gruppo Humanitas. La redditività degli altri gruppi esaminati è invece sensibilmente inferiore, con Roe che nel 2014 oscillano dall'1,6% di GVM al 7,7% dello Ieo.
Per quest'ultimo gruppo i risultati cumulati del quinquennio sono negativi per circa 21 milioni, avendo recuperato un risultato positivo solo negli esercizi 2013 e 2014, dopo un precedente triennio in perdita".
Con riguardo alla struttura finanziaria, "le posizioni più solide - conclude l'analisi - sono senza dubbio quelle dei gruppi Humanitas e Ieo: i debiti finanziari sono pressoché assenti, pari ad appena l'8,4% del patrimonio netto tangibile per il primo e all'11,2% per il secondo. In entrambi i casi le disponibilità liquide superano ampiamente i debiti finanziari e il rapporto tra Mol e oneri finanziari segna multipli di 252 e 39 volte rispettivamente. La posizione più critica a fine 2014 è invece quella del gruppo Servisan".