Roma, 29 ott. (AdnKronos Salute) - Falso allarme: l'invecchiamento della popolazione non porterà alla bancarotta del sistema sanitario italiano. I tassi di cronicità di alcune patologie croniche si sono ridotti grazie alla prevenzione, e le nuove tecnologie hanno ridotto in molti casi il ricorso all'ospedale. E' il quadro che emerge dal 10° Rapporto Sanità dell'Università Tor Vergata di Roma, elaborato dai ricercatori del Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità (Crea), presentato oggi nell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati.
Un ulteriore elemento che aiuta a fronteggiare l'invecchiamento è la riduzione dei ricoveri, che rimangono in molti casi ancora la voce di costo diretto predominante. Ad esempio, negli ultimi 5 anni i ricoveri ordinari per diabete si sono ridotti del 35% con un risparmio potenziale più contenuto ma comunque dell'ordine di 5 milioni di euro.
E ancora: dopo il 2005, in aree dove sono state introdotte importanti innovazioni terapeutiche, si sono osservate riduzioni significative: i ricoveri per artrite reumatoide sono diminuiti del 53%, con un potenziale risparmio di 10 milioni, e quelli per la sclerosi multipla si sono ridotti del 37%, con un potenziale risparmio di 3 milioni.
La tecnologia offre anche un contributo diretto al contenimento dei costi in molti settori della cronicità, anche grazie alla perdita della protezione brevettuale delle molecole: ad esempio, in 8 anni (2004-2012) il costo medio per dose giornaliera dei farmaci cardiovascolari si è ridotto del 34,1%, riducendo proporzionalmente il costo della terapia.