Roma, 18 feb. (AdnKronos Salute) - Sembra non aver fine la 'guerra' a colpi di pagine a pagamento sui quotidiani tra l'Associazione nazionale dei dentisti italiani (Andi) e le catene odontoiatriche. Ora è la volta dell'Andi che risponde con un avviso a pagamento, in cui viene sottolineato come in ambito odontoiatrico sono entrati in Italia diversi gruppi finanziari "che operano con logiche e modalità puramente economiche, con pubblicità di tipo commerciale e non informativo. Tali modalità risultano estranee a quelle che tradizionalmente debbono riguardare il rapporto tra dentista e paziente, basato sulla fiducia, conoscenza reciproca e scelta delle giuste terapie".
L'Andi e le società di capitali si scontrano sugli emendamenti al Ddl Concorrenza che 5 differenti gruppi politici, accogliendo l'appello dell'Andi, hanno presentato in Senato. Emendamenti che chiedono "di introdurre l'obbligo per le società di capitali che gestiscono strutture odontoiatriche di avere almeno i due terzi del proprio capitale sociale posseduto da odontoiatri".
Un'azione che ha fatto scattare la replica di alcune società di capitali (Gruppo DentralPro-Midco Spa, Caredent-Bistar srl, Gruppo Apollonia-OdontoSalute, Gruppo DentalCoop, HDentalm, Gruppo Dentadent), che lo scorso 9 febbraio hanno pubblicato sui quotidiani italiani una lettera aperta, indirizzata al presidente del Senato e ai senatori in "difesa della libertà e della qualità delle cure odontoiatriche, perché è in atto il tentativo da parte delle associazioni e delle lobby protezionistiche nel settore dell'odontoiatria di limitare la liberà di concorrenza, frenandone lo sviluppo e gli investimenti futuri, attraverso un utilizzo improprio dello strumento normativo".
Oggi la controreplica dell'Andi che ha voluto ricordare la sua battaglia. "I cittadini devono avere gli stessi diritti e garanzie, indipendentemente dal luogo che scelgono per curarsi. I dentisti che operano nelle strutture commerciali non devono essere condizionati dalle logiche economiche imposte dal capitale e dalla ricerca del profitto ad ogni costo, ma debbono poter scegliere liberamente le cure più appropriate. Se la clinica pubblicizza tariffe non veritiere o diffonde messaggi ingannevoli sulle terapie praticate - evidenzia l'Associazione - non è possibile per l'Ordine professionale intervenire o sanzionare la struttura. Non possiamo prevedere l'esito del percorso legislativo - conclude l'avviso - Speriamo che i senatori che hanno recepito il nostro messaggio non indietreggino, condizionati dalle lobby delle catene odontoiatriche. L'Andi continuerà comunque ad impegnarsi insieme ai 24 dentisti che rappresenta".