Roma, 14 gen. (AdnKronos Salute) - La Corte europea dei diritti dell'uomo dà ragione ai pazienti italiani contaminati da virus come l'Hiv e l'epatite tramite trasfusioni di sangue avvenute nel corso di trattamenti medici. In una sentenza emessa oggi, i giudici di Strasburgo condannano lo Stato italiano a risarcire i cittadini che si erano rivolti alla Corte Edu, nati fra il 1921 e il 1993.
I ricorrenti - riporta una nota della Corte - hanno diritto a un risarcimento dato che è stato provato il collegamento causa-effetto fra la trasfusione di sangue e la loro infezione, ma i ricorrenti lamentano la lunghezza dei procedimenti per il risarcimento o le conciliazioni amichevoli e che non è stato posto effettivo rimedio ai loro casi.
Sono circa 350 i cittadini infettati da trasfusioni che saranno risarciti "con una cifra totale molto alta, che stiamo calcolando con precisione proprio in questo momento - precisa all'Adnkronos Salute l'avvocato napoletano Michele Scolamiero, che con Sergio Guadagni segue da anni il caso - ma ciò che emerge è anche che per ognuno sono previsti 25.000 euro per risarcire il ritardo nell'adempimento" dell'Italia. Oltre 8 milioni di euro solo per questo aspetto.
"E' una sentenza molto importante, storica direi - rileva Scolamiero - che crea uno spartiacque rispetto a tutta una serie di sentenze e attività avvenute in passato in Italia. Dal 2007 portiamo avanti questa causa e avevamo già raggiunto dei successi. Poi il governo Monti ha eliminato ogni beneficio ottenuto. E' arrivata successivamente con il Governo Renzi la legge 114/2014, in cui all'articolo 27 bis lo Stato italiano ha prodotto un 'rimedio legislativo' senza il quale sarebbe stato sanzionato a pieno dalla Corte Edu". Se sotto questo aspetto dunque l'Italia si è 'salvata' avendo emanato una normativa ad hoc, "per quanto riguarda il ritardo nell'adempimento, i giudici di Strasburgo hanno invece sanzionato, in media di 25.000 euro per paziente".
Della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali sono stati invocati l'articolo 2 (diritto alla vita) sotto l'aspetto procedurale, l'articolo 6 comma 1 (diritto a un equo processo), l'articolo 13 (diritto a un risarcimento effettivo) e l'articolo 1 del protocollo 1 (protezione della proprietà).