Roma, 30 lug. (AdnKronos Salute) - I tagli al finanziamento del fabbisogno del sistema sanitario, gestito dalle Regioni, hanno raggiunto i 17,5 miliardi di euro tra il 2009 e il 2015. Il dato emerge dalla Relazione sugli "Andamenti della finanza territoriale - Analisi dei flussi di cassa - Esercizio 2014" della Corte dei conti.
La magistratura contabile evidenzia, nella delibera, che tra il 2008 e il 2015 "la dimensione complessiva delle correzioni di spesa poste a carico degli enti territoriali, per i vincoli imposti dal Patto di stabilità, ha raggiunto i 40 miliardi (pari al 2,4% del Pil), con riduzione dei trasferimenti dallo Stato per circa 22 miliardi (e dei finanziamenti nel comparto sanitario regionale per 17,5 miliardi). Ne è derivato, per gli enti locali, un inasprimento della pressione fiscale, e per le Regioni, a causa di una diversa disciplina del Patto, una compressione delle funzioni extra-sanitarie, con flessione, soprattutto, delle spese di investimento".
Secondo la Corte dei conti, "rimane sempre elevato (l’aumento medio è del 2,9%) il livello della spesa sanitaria sostenuta dalle Regioni nel biennio 2013-2014 rispetto ai valori raggiunti nei due anni precedente, e ciò per effetto delle anticipazioni di liquidità ottenute per il pagamento dei debiti commerciali accumulati dai rispettivi enti sanitari. L’incremento risulta, tuttavia, inferiore all’entità delle risorse finanziare trasferite dallo Stato a tale scopo. Analogamente, anche gli enti sanitari incrementano gli incassi complessivi, senza un aumento in misura corrispondente dei relativi pagamenti ai fornitori, con disponibilità liquide per 2,8 miliardi, al netto delle anticipazioni di tesoreria. Significative riduzioni di pagamenti, inoltre, si registrano in materia di personale: -2,77% rispetto al 2013 e -5,75% rispetto al 2011.