Roma, 25 mar. (AdnKronos Salute) - La sanità è "un settore ad alto rischio di corruzione". Si "spendono tanti soldi. E dove ci sono tanti soldi, ovviamente il rischio di corruzione aumenta: purtroppo, nel nostro Paese è quasi fisiologico che dove circola denaro si annidi il fenomeno corruttivo". Lo spiega l'ex magistrato di 'Mani pulite', Gherardo Colombo, durante l'incontro dedicato ai 'Livelli essenziali anticorruzione', organizzato a Roma dall'Istituto per la promozione dell'etica in sanità (Ispe) per proporre un piano d'azione a favore della legalità e della lotta al malaffare nel settore.
L'ex magistrato non ha visto ieri sera la prima puntata della serie televisiva dedicata proprio al famoso pool di Milano, ma si dice convinto che in fondo, da allora, non ci sono stati cambiamenti radicali. "Credo che i livelli di corruzione in Italia - precisa - siano più o meno analoghi rispetto all'epoca di Mani pulite. Cambiano le modalità, cambiano gli ambiti. I finanziamenti illeciti ai partiti, per esempio, sono a un livello decisamente inferiore rispetto a 20 anni fa. Ma la corruzione è altrettanto diffusa. E' spalmata però a tutti i livelli. Noi guardiamo soltanto i vertici: la politica, la pubblica amministrazione, ma è diffusa anche ai livelli comuni, tra la gente".
Per quanto riguarda invece, i provvedimenti in discussione in queste ore al Senato "se passeranno - Dice Colombo - daranno un forte segnale. Si evidenzierà come il Governo e le istituzioni abbiano preso a cuore il problema della corruzione. Ed è un segnale politico forte. Sotto il profilo dell'effettivo contrasto però, a mio avviso, il campo a cui dedicare le maggiori energie è quello dell'educazione". Aumentare le pene? "Bisogna anche che le pene vengano applicate. E poi è dimostrato che la pena non è educativa. Il 70% di chi passa per il carcere commette nuovi reati. Sarebbe molto importante, inoltre, munire gli investigatori di strumenti e di organizzazione adatta ad arrivare a scoprire i reati corruttivi", ha concluso Colombo.