Roma, 22 set. (AdnKronos Salute) - Il testo di legge unico in contro la medicina difensiva sia inserito nella prossima Legge di stabilità "perché il contenzioso medico legale è causa di una spesa ingentissima per lo Stato che, con opportuni rimedi, può essere ridotta". E' la richiesta rivolta al governo e al Parlamento dal Collegio italiano dei chirurghi, che invoca le norme sulla responsabilità professionale.
"Ogni anno - sottolinea il presidente del Cic, Nicola Surico - si intentano contro i medici (soprattutto alcuni specialisti: chirurghi, ginecologi e traumatologi) migliaia di azioni civili e penali che si concludono con il 98% di proscioglimenti in sede penale e l’80% di assoluzioni in sede civile. In attesa dell’epilogo giudiziario, però, si verificano effetti profondamente negativi per tutti: demotivazione degli operatori sanitari con spinta a scelte non serene talvolta omissive; elevatissimi costi in termini di medicina difensiva; lievitazione abnorme dei premi assicurativi".
"Per ridurre i costi abnormi della medicina difensiva e migliorare la qualità del servizio sanitario - prosegue - è indispensabile sancire giuridicamente alcuni principi: l’onere della prova deve essere a carico del paziente; la prescrizione deve essere quella prevista dall’articolo 2947 del codice civile, quindi ferma a cinque anni, a meno che non si voglia un trattamento deteriore del medico rispetto a tutti gli altri cittadini e dovrà farsi decorrere dall’atto medico. Oggi la condizione del medico di fronte allo Stato è simile a quella dell’ubriaco che alla guida di un’auto uccida un pedone: una situazione assurda e inaccettabile, che provoca costi enormi e peggiora la qualità delle prestazioni. Si deve intervenire rapidamente per ridare serenità ai chirurghi e garanzia di cura ai cittadini", conclude.