Firenze, 6 ago. (AdnKronos Salute) - Aumentati di 3 volte in un anno i pazienti curati con la cannabis dall'Asl di Firenze. Crescono del 5-10% al mese. Il dato lo registra il Laboratorio galenico dell’Azienda sanitaria di Firenze, che ha sede nell’ospedale di Santa Maria Nuova, a cui è affidato il compito di confezionare i preparati a base di tetraidrocannabinoide da impiegare nel trattamento curativo della spasticità secondaria correlata a malattie neurologiche ed in particolare alla Sclerosi multipla, del dolore cronico neuropatico, del dolore oncologico, della nausea e del vomito causati da chemioterapia.
A regolare il servizio sono le norme stabilite dalla delibera regionale del novembre 2014, che regola la prescrizione della cannabis per uso terapeutico la cannabis.
Le tabelle mostrano con una inequivocabile evidenza il trend in crescita di una terapia che, per quelle patologie appunto, viene considerata sempre più appropriata. Il numero di pazienti che - con il programma terapeutico dello specialista in neurologia, oncologia e algologia e ricetta del medico curante alla mano - si rivolgono al Laboratorio galenico per farsi consegnare il preparato nelle quantità necessarie e nel tipo di preparazione più indicato a curare il loro male, è passato dai 24 del 2014 agli 80 del primo semestre 2015, con una proiezione sull’intero anno in corso che, fermo restando i ritmi attuali, potrebbe giungere alle 150 unità in trattamento. Un aumento di circa 3 volte raffrontando il dato 2014 con quello del primo semestre dell’anno in corso e di ben 6 con la proiezione annuale.
L'altro dato che colpisce - evidenzia la nota - riguarda l’impennata vertiginosa nella produzione di cannabinoidi sotto forma di soluzione oleosa, rispetto alla preparazione in cartine dalle infiorescenze essiccate della cannabis importate dall’Olanda.
Nel 2014, infatti, il Laboratorio galenico di Santa Maria Nuova ha distribuito a qualcuno dei 24 pazienti in trattamento, 532 millilitri di soluzione oleosa, somministrata per via orale che si affianca alla somministrazione di una tisana, ottenuta dalle cartine, preparata facendo bollire per circa 15 minuti l’opportuna quantità di infiorescenze in acqua.
Ebbene, nei primi 6 mesi del 2015 la produzione di cannabis sotto forma di soluzione oleosa ha raggiunto i 9.500 millilitri, ipoteticamente 16.000 alla fine dell’anno a parità di trend, vale a dire oltre 30 volte la quantità dell’anno precedente. Cresciuta anche la produzione delle cartine, da 373 grammi del 2014 a 600 del primo semestre 2015 con una proiezione annuale che giunge a 850 grammi, un aumento sì, ma di nemmeno 2 volte e mezzo a fronte di quel picco della soluzione oleosa. Naturalmente viene sconsigliato il consumo di cannabinoidi tramite il fumo perché provoca la contemporanea assunzione di sostanze potenzialmente cancerogene e irritanti per le vie respiratorie.
Evidentemente - sottolinea l'Asl di Firenze - gli specialisti per alleviare il dolore nei loro pazienti refrattari alla morfina e ad altri farmaci analgesici anche a base di oppiacei, e in quelli affetti dalla sindrome di Gilles de la Tourette per la quale appunto è indicata la cannabis, optano maggiormente per questa modalità di preparazione che ha appunto effetti più rapidi ed intensi.
Il Laboratorio galenico ha messo a punto e fornito ai medici una tabella che consente di equiparare i dosaggi e le posologie sia che i cannabinoidi vengano impiegati in forma di infiorescenze o in soluzione oleosa, e in rapporto alla quantità di sostanza che dev’essere impiegata. Sta inoltre studiando l’ipotesi di confezionare la cannabis direttamente in filtri come quelli comunemente impiegati per il tè.
I 4 prodotti derivati dalle infiorescenze essiccate della cannabis che vengono impiegati dal Laboratorio della Asl per rispondere alle richieste dei reparti di neurologia, algologia, oncologia e degli hospice vengono ancora importati dall’Olanda in attesa che l’Istituto farmaceutico militare divenga, com’è stato previsto, il principale produttore di principio attivo per i cannabinoidi a uso terapeutico.