Roma, 26 giu. (AdnKronos Salute) - Troppi immatricolati in Medicina, 10 mila l'anno dal 2010. Con 8.500 laureati annuali che rischiano di alimentare un esercito di camici bianchi senza lavoro, e ben 25 mila tra 10 anni che potrebbero essere costretti a appendere la laurea al chiodo o emigrare verso altri Paesi. È l'allarme della Federazione nazionale dei medici e degli odontoiatri (Fnomceo) che oggi, in una conferenza stampa a Roma, ha presentato i 'numeri' sui rischi per il futuro dei giovani medici.
La Federazione ha anche chiesto un confronto concreto con i ministeri competenti e proposto una riduzione degli accessi alla facoltà di medicina, da limitare a 7 mila l'anno, per una programmazione più aderente alle reali esigenze, presenti e future di salute, e per garantire futuro ai giovani che investono nella professione.
"Questo tema - ha spiegato la presidente della Fnomceo, Roberta Chersevani - sta a cuore alla Federazione perché è nostro impegno vegliare sulla qualità delle cure offerte ai cittadini".
Per calcolare i futuri camici bianchi disoccupati la Fnomceo si è basata sull'analisi di alcuni dati certi. Il numero degli accessi programmati ai corsi di laurea in medicina e chirurgia, infatti, dal 2010 ad oggi si è attestato intorno ai 10.000 posti l'anno. Nei prossimi anni, quindi, il numero dei laureati in medicina sarà pari di circa 8.000 - 8.500, considerando che si laurea l'80-85% degli immatricolati. Ma al numero di immatricolazioni regolari vanno aggiunti altri 9.000 circa posti resi disponibili con i ricorsi degli studenti.
Per poter lavorare nel Servizio sanitario nazionale, però, i laureati in medicina devono completare la formazione, specializzandosi. Ma i posti disponibili per le scuole di specializzazioni in medicina e i corsi per i medici di medicina generale ammontano, complessivamente a circa 6.000/6.500. Nel concorso del 2014/2015 per le specializzazioni mediche il numero di concorrenti è stato di 12.168 a fronte di un numero di posti disponibili pari a 5.504. Oltre 6600 neolaureati non sono stati ammessi. Mettendo a confronto il numero dei futuri laureati in medicina per anno con i posti disponibili per le specializzazioni e formazione in medicina generale, circa 2000/2500 laureati in medicina per ogni anno futuro non avranno opportunità di completare il percorso formativo post laurea e si può ipotizzare che nei prossimi 10 anni ci sarà una popolazione di circa 25.000 medici che non avranno possibilità di sbocchi occupazionali nel Ssn.
Da qui la richiesta della Fnomceo che suggerisce, pur nel totale rispetto delle diverse esigenze, ridurre il numero di accessi annuali alla facoltà di medicina a 7mila l'anno, in attesa di una revisione dei criteri della programmazione del fabbisogno dei professionisti medici da formare in base alle reali esigenze di salute dell’intera popolazione.
"È una questione di giustizia. Non è più il tempo delle attese e dei rinvii: con estrema urgenza occorre garantire quelle opportunità di formazione - adeguate agli standard europei – che sono necessarie ai professionisti per poter svolgere con competenza il proprio ruolo all’interno dei sistemi sanitari e che sono indispensabili per assicurare cure di qualità ai cittadini", ha concluso Chersevani che oggi alla conferenza stampa di Roma ha incassato la disponibilità al confronto da parte del ministero della Salute che sta lavorando, ha spiegato Rosanna Ugenti, direttore generale delle professioni sanitarie del ministero, alla messa a punto di un nuovo strumento europeo per calcolare il fabbisogno degli operatori della sanità.