Milano, 22 set. (AdnKronos Salute) - Superalcolici e vino, formaggi stagionati, frutta secca, cioccolato. E, secondo alcuni, anche gli agrumi: tutti nemici di chi soffre di mal di testa. A tavola, tra una portata e l'altra, si può prevenire l'emicrania. Almeno secondo la 'nutraceutica', una nuova prospettiva di cura che mette in primo piano l'alimentazione per combattere il mal di testa. Oltre alla predisposizione genetica, l'alimentazione è infatti il principale fattore scatenante delle cefalee. Se ne parlerà il 26 settembre durante il convegno 'Nutrizione, cibi ed emicrania' in via di Val Cannuta 247 a Roma.
L'incontro è organizzato dall'Irccs San Raffaele di Roma e dall'università telematica San Raffaele. Quello della nutrizione è infatti un argomento esplorato a fondo dall'ateneo romano, dove è attivo un corso in Scienze dell'alimentazione. L'alimentazione può dunque rappresentare il più valido alleato per sconfiggere questa patologia - sostengono gli organizzatori in una nota - che come molte altre è trattabile attraverso l'utilizzo o l'esclusione in maniera consapevole di determinati cibi.
"Con questo convegno vogliamo porre la giusta attenzione su un argomento di estrema importanza per la salute - dichiara Enrico Garaci, rettore dell'università telematica San Raffaele - Quello della qualità degli alimenti è un tema di attualità quanto mai stringente, dati i sempre più frequenti malesseri ad esso associati in età moderna". L'obiettivo dell'appuntamento romano è far luce sul rapporto esistente tra nutrizione e determinate patologie, con un'attenzione particolare al mal di testa.
Il responsabile scientifico del convegno è Piero Barbanti, primario neurologo e direttore del Centro cefalee dell'Irccs pisana, che, con gli esperti internazionali che interverranno, cercherà di fornire un quadro aggiornato sul ruolo degli alimenti in chi soffre di mal di testa, enfatizzando le moderne terapie nutrizionali. Tutto per fare chiarezza sulla relazione cibo-salute, tema su cui "spesso vengono diffusi talvolta messaggi sbagliati e creati inutili allarmismi da parte dei media", conclude Geraci.