Roma, 27 lug. (AdnKronos Salute) - Oro verde. La varietà di olio extravergine d'oliva più ricca di polifenoli ha un potente effetto benefico sulla nostra salute: funziona come uno scudo anti-cancro. A identificare le proprietà nutrigenomiche del condimento principe sulle tavole italiane è uno studio dell'università di Bari.
Protagoniste della ricerca sono proprio le varietà, o 'cultivar', pugliesi, dalla Coratina alla Peranzana: i ricercatori si sono concentrati su come i nutrienti influenzano il nostro organismo. La scoperta sorprendente è che ogni cultivar di olio extravergine d'oliva è cosi specifica da percorrere strade individuali, 'accendendo' geni precisi nel nostro organismo. In altre parole, ogni tipo di olio va considerato come un alimento diverso.
La ricerca ha mirato a identificare geni e microRna deputati al funzionamento delle cellule infiammatorie (i monociti), la cui espressione può variare in rapporto all’assunzione acuta di varietà di olio extravergine d’oliva più o meno ricche in polifenoli (i composti chimici 'buoni' che gli conferiscono il sapore caratteristico). Ebbene, viene confermato in pieno che l’olio extravergine d’oliva ricco in polifenoli giova alla salute non solo da un punto di vista metabolico, ma anche sullo stato ossidativo, sull’infiammazione e sulla prevenzione dell’aterosclerosi e del cancro.
Non solo. Gli effetti benefici dell'olio extravergine d'oliva, emerge dallo studio, appaiono più marcati nei volontari sani che non su pazienti con obesità addominale e sindrome metabolica, a sottolineare l'importanza del duo qualità dell'alimento e dell'organismo che lo riceve.
"E' possibile prevedere - spiega Antonio Moschetta, docente di Medicina interna della facoltà medica barese e coordinatore dello studio - che in un prossimo futuro ogni ristoratore dovrà avere, insieme alla carta dei vini, anche quella degli olii, e che la scelta di questi ultimi sarà basata sul gusto e sulle proprietà nutrigenomiche. Avremo così la possibilità reale di difendere la qualità e incentivare la forza dei nostri olii pugliesi e italiani, della loro palatabilità e delle loro già ampiamente riconosciute proprietà chimico-fisiche.
Lo studio è stato condotto dal gruppo dell'Università di Bari in collaborazione con l'Irccs Istituto tumori di Bari e con la Fondazione Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro e finanziato con fondi Pon/Por e dell'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc). Il lavoro è pubblicato oggi online sulla sezione Molecular Biology of Lipids della rivista 'Biochimica et Biophysica Acta'.