Milano, 15 mar. (AdnKronos Salute) - "Si aprono nuovi orizzonti per la nutraceutica di qualità: non solo alleata della prevenzione e per il mantenimento dell'equilibrio e del benessere dell'organismo, ma anche aiuto nella lotta ad alcune malattie". E' la rivoluzione che gli esperti hanno messo sotto i riflettori oggi a Milano in occasione di 'Nutra Day 2016', giornata seminario promossa da 'Cum Grano Salis' e dedicata a un settore in crescita, che nel 2015 in Italia ha totalizzato vendite per 2,8 miliardi di euro (di cui circa 2,4 mld in farmacia, +7,7% rispetto al 2014), con una spesa pro capite annua che nel Belpaese è a quota 40 euro, contro la media europea di 28 euro, secondo la fotografia scattata dai dati diffusi da Ims Health Italia.
Oltre 1.600 le aziende presenti (257 quelle con almeno 1 milione di fatturato) e un mercato dove fanno la parte del leone vitamine e multiminerali, ma si registrano forti crescite su altri fronti, per esempio sui prodotti per l'apparato gastrointestinale, sui tonici e sull'analgesia maggiore. Un mondo in continua evoluzione "e molto frammentato - fa notare Lorenzo Brambilla di Ims Health - Negli ultimi 3 anni oltre 4 mila prodotti sono stati lanciati sul mercato, ma solo il 5% del fatturato annuo è fatto di nuovi lanci in farmacia. Di fatto esiste un nucleo di 'blockbuster': i primi 40 prodotti fanno il 40-50% del fatturato. Nel settore si assiste allo sviluppo di un ruolo nel trattamento di disturbi particolari e nel miglioramento della qualità di vita di alcune categorie di pazienti".
Oggi l'85% dei medici di medicina generale consiglia i nutraceutici in determinate situazioni. Succede anche sul fronte degli specialisti: su mezzo milione di consigli sui nutraceutici, un quarto è da parte del pediatra, seguito da ortopedico e ginecologo. Esperti che li affiancano alla prescrizione farmaceutica.
"L'interesse mondiale per la nutraceutica è in aumento - spiega il curatore scientifico e moderatore di Nutra Day 2016, Alberto Martina - e c'è molto da fare sull'informazione, sulla capacità di discriminare il valore vero della nutraceutica: materie prime ben studiate e standardizzate, ben titolate nei principi attivi, obiettivi molto chiari. Il tutto da tradurre in informazioni scientifiche agli utenti su limiti, benefici ed effetti. Oggi il mondo farmacocentrico che abbiamo conosciuto in passato non è più attuale. Ci sono altri player per la salute e la richiesta è di ottimizzare al meglio tutti gli strumenti rivolti alla salute e al benessere". Un caso significativo è quello della lotta all'Helicobacter pylori, un batterio 'da Nobel', e della partita che si gioca su una superficie di 300 metri quadrati, grande come un campo da tennis: la parete intestinale.
"Tutto nasce da uno scienziato geniale, l'anatomopatologo Robin Warren, e dal suo allievo Barry Marshall - racconta uno dei massimi esperti in questo campo, Berardino Vaira del Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna - L'intuizione rivoluzionaria che dietro le ulcere si nascondesse un batterio, l'Helicobacter pylori", è valsa a Warren e Marshall il massimo riconoscimento per la Medicina nel 2005. "Oggi sappiamo che è associato a tante malattie, che si infila nel sistema immunitario e agisce come il veleno di Cleopatra. L'eradicazione di questo batterio è stata inserita dalla Iarc fra le strategie per prevenire il cancro dello stomaco. E visto che eradicarlo fa crollare l'incidenza - riflette Vaira - vale la pena di puntare sullo screening".
Il 40% degli italiani, circa 25 milioni di persone, fa i conti con l'Helicobacter pylori. "Noi a Bologna abbiamo codificato la cosiddetta terapia sequenziale, in grado di eradicare anche i ceppi resistenti all'antibiotico claritromicina. In questo campo i probiotici sono fondamentali - assicura lo specialista del Sant'Orsola - Esiste una ricetta vincente che si usa per esempio quando si tratta la rettocolite ulcerosa, ed è la strada maestra anche per l'Helicobacter pylori. Il fattore chiave è la compliance: così noi aiutiamo i pazienti a proseguire la terapia facendoli star bene. E diamo sempre un paio di mesi di probiotici per ripristinare l'equilibrio della flora batterica. Un'arma che rende ancora più efficace la terapia eradicante".