Roma, 18 mag. (AdnKronos Salute) - Il Paese d'origine influenza le scelte degli immigrati in termini di stile di vita e salute. Infatti i migranti che arrivano in Italia dai Paesi europei fumano molto più degli italiani, ben il 40% rispetto al 28%. Gli africani consumano molti meno alcolici, mentre gli asiatici in genere sono più pigri. E' quanto emerge da un'analisi sui comportamenti dei migranti a confronto con quelli degli italiani, che l'Organizzazione mondiale della sanità ha promosso utilizzando le 230 mila interviste raccolte in Italia tra il 2008 e il 2013 dal sistema di sorveglianza 'Passi', promosso dal ministero della Salute e coordinato dall'Istituto superiore di sanità.
Per la lotta alle malattie cronico-degenerative, per migliorare la salute e contrastare le diseguaglianze è necessaria un'informazione puntuale anche sugli stili di vita dei migranti in Italia, che permetta di sviluppare programmi di prevenzione mirati, spiegano i ricercatori nel volume 'Malattie croniche e migranti in Italia', realizzato da Oms, Iss e Università Ca' Foscari di Venezia e presentato pubblicamente oggi a Ca' Foscari. Consumo di alcol, fumo, ma anche accesso ai servizi di prevenzione e promozione della salute, come gli screening per i tumori, sono tra le informazioni raccolte ed elaborate.
Per quanto riguarda abitudine al fumo e consumo di alcol, tra gli stranieri che vivono in Italia esistono forti differenze, sia in positivo che in negativo, a seconda dell'area di origine.
Rispetto a una proporzione del 17% di italiani tra 18 e 69 anni che consumano alcol in modo dannoso, solo il 7% di chi proviene da Nord Africa fa altrettanto. Per contro, una quota maggiore (22%) degli stranieri da aree americane a forte pressione migratoria consuma alcol in modo dannoso. Anche la prevalenza di fumatori è molto differente: tra gli stranieri da Paesi europei a forte pressione migratoria fuma ben il 40%, rispetto al 28% degli italiani. Una maggiore proporzione di italiani ha dichiarato di avere smesso di fumare, mentre il risultato più positivo in termini di non fumatori riguarda i migranti dall'Africa sub-sahariana. Le differenze si riducono tra chi riferisce di essere fisicamente attivo e solo gli stranieri di origine asiatica intervistati risultano più sedentari.
Per quanto riguarda la prevenzione, l'adesione allo screening oncologico per i tumori del collo dell'utero, del seno e del colon-retto è "significativamente minore nella popolazione immigrata rispetto a quella italiana". Ma anche su questi aspetti la situazione è diversificata, con stranieri di origine sudamericana che presentano comportamenti uguali o persino migliori rispetto agli italiani e quelli di origine asiatica con livelli di accesso bassi in modo preoccupante.
Inoltre, il report indaga sul ruolo dell'ambiente in cui gli stranieri vivono in Italia e sulle modifiche dei comportamenti di salute a seconda del tempo di permanenza in Italia. Una situazione che, in generale, richiede agli operatori sanitari di conoscere atteggiamenti e comportamenti diffusi nei diversi sottogruppi di popolazione immigrata e di adeguare l'offerta di prevenzione e promozione della salute, in linea con le raccomandazioni promosse a livello internazionale.