Roma, 28 lug. (AdnKronos Salute) - Frutta secca, broccoli, cavolfiori e olive. Sono alimenti ricchi di steroli vegetali da sempre riconosciuti come amici della salute riducendo il colesterolo cattivo. Ma in concentrazioni elevate nella dieta potrebbero aumentare il rischio di infarto. Gli steroli vegetali sono una sorta di 'Dr. Jekyll e di Mr. Hyde' dell'alimentazione, secondo uno studio della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica e del Policlinico Gemelli di Roma. I ricercatori hanno scoperto che riducendo la quantità di steroli vegetali nel sangue si riduce l’aterosclerosi e dunque il rischio di infarto.
I risultati, ottenuti grazie all’analisi dettagliata dei dati di una ricerca clinica giapponese appena pubblicata sul 'Journal of the American College of Cardiology' (Jacc), potrebbero avere ricadute importanti perché sino a oggi si è ritenuto che gli steroli vegetali avessero unicamente un effetto positivo e aiutano, anche se di poco, a ridurre il colesterolo cattivo.
Invece, alla luce del nuovo studio, proprio in questi 'amici' del cuore potrebbe celarsi un altro nemico della salute cardiovascolare. L’analisi dei dati è stata condotta da Filippo Crea, direttore del dipartimento di Scienze Cardiovascolari del Policlinico Gemelli, che ha pubblicato un editoriale sullo stesso numero di 'Jacc'.
"Il lavoro del gruppo di ricercatori giapponesi dimostra che l’aggiunta alla terapia classica anti-colesterolo con statine di un secondo farmaco chiamato Ezetemibe - spiegano gli esperti della Cattolica - riduce la gravità dell’aterosclerosi coronarica in misura maggiore rispetto alle sole statine. L’Ezetemibe è un farmaco che inibisce l’assorbimento intestinale di colesterolo e di steroli vegetali. Invece le statine inibiscono la sintesi del colesterolo nel fegato". Il professor Crea, analizzando in profondità i dati dello studio giapponese, ha osservato che l’effetto favorevole dell’Ezetemibe sull’aterosclerosi coronarica è associato proprio a una riduzione dei livelli ematici di steroli vegetali.
"Quest’osservazione - spiega Crea - è rilevante ai fini della controversa questione degli effetti dell’integrazione di steroli vegetali nella dieta. Infatti, se da una parte l’arricchimento di queste sostanze grasse riduce lievemente l’assorbimento di colesterolo (con una riduzione di circa il 10%), dall’altra tale integrazione aumenta marcatamente i livelli ematici di tali steroli" che alla luce del nuovo studio potrebbe essere deleteria.
Vi erano già alcuni dubbi sui reali effetti benefici degli steroli vegetali aggiunti nell’alimentazione attraverso prodotti 'ad hoc'. Infatti precedenti studi avevano evidenziato che chi, per motivi genetici, ha elevati livelli plasmatici di steroli vegetali nel sangue presenta un più alto rischio di infarto.
I dubbi sul conto degli steroli vegetali aumentano ora che si è visto che aggiungendo Ezetemibe alla terapia con statine la placca arterosclerotica si riduce. Poiché l’effetto favorevole dell’Ezetemibe sull’aterosclerosi coronarica sembra proprio mediato, almeno in parte, da una riduzione dei livelli ematici di steroli vegetali. "Non esistono a oggi - conclude Crea - studi che abbiano chiarito se l’integrazione nella dieta di steroli vegetali si traduca in un aumento o in una riduzione del rischio d’infarto, o se l’effetto finale sia del tutto neutro, ovvero se gli effetti positivi e negativi degli steroli vegetali si annullano reciprocamente".