Milano, 28 lug. (AdnKronos Salute) - Il 'dolce far niente' ammazza la salute, ma anche l'economia mondiale. In un anno le spese sanitarie e la perdita di produttività legate all'inattività fisica risucchiano in un buco nero 67,5 miliardi di dollari. E' la prima volta che viene stimato il peso delle pigrizia a livello globale. A quantificare "l'enorme carico economico" di un mondo sempre più sedentario è stato un team di scienziati dell'università di Sydney, in uno studio pubblicato su 'The Lancet'.
L'anno preso in considerazione è il 2013: gli esperti sono arrivati a fotografare l'impatto finanziario dell'inattività fisica esaminando i costi sanitari diretti, la perdita di produttività e gli anni vissuti in disabilità o in malattia - calcolati con l'indicatore Daly, cioè disability-adjusted life years - per le 5 principali patologie correlate alla sedentarietà: malattia coronarica, ictus, diabete di tipo 2, cancro al seno e al colon. E la loro stima, riguardo all'effetto della sedentarietà su queste malattie e sulla mortalità per qualsiasi causa, è prudenziale.
Lo studio guidato da Melody Ding, ricercatrice della School of Public Health dell'ateneo australiano, si basa su dati provenienti da 142 Paesi, che rappresentano il 93,2% della popolazione mondiale. "L'inattività fisica è riconosciuta come una pandemia globale che porta non solo a malattie e morti precoci, ma impone anche un grande onere per l'economia", spiega Ding, che fa notare come sia a livello globale che di ciascuna nazione queste cifre siano "probabilmente una sottostima del costo reale, a causa delle metodologie conservative utilizzate dal team di ricercatori e della mancanza di dati in molti Paesi".
I 67,5 miliardi di dollari divorati dalla pigrizia includono 53,8 mld di costi diretti (spesa sanitaria) e 13,7 mld di costi indiretti (perdita di produttività). Nel dettaglio, la perdita totale di entrate fiscali attraverso la spesa sanitaria pubblica è di 31,2 mld, l'importo totale dei pagamenti nel settore privato per le malattie legate all'inattività fisica è a quota 12,9 mld, e alla stessa voce la somma totale delle spese pagate dalle famiglie di tasca propria è di 9,7 miliardi. Mentre il diabete di tipo 2 risulta la patologia di maggior impatto (legato alla sedentarietà), con un conto di 37,6 miliardi di dollari solo in termini di costi diretti.
Lo studio mostra che "l'onere economico dell'inattività fisica è distribuito tra le regioni del mondo in modo disuguale e sproporzionato - evidenzia Ding - I Paesi ad alto reddito portano una quota maggiore di onere economico mentre i Paesi a basso e medio reddito hanno una percentuale maggiore del carico di malattia. Le famiglie meno abbienti pagano di più in termini di morte prematura e di malattia, e ciò mostra le disuguaglianze esistenti.
In generale, nelle nazioni più povere i bisogni di salute non vengono soddisfatti per via di sistemi sanitari ed economici meno avanzati. Ma quando questi Paesi si svilupperanno, se la pandemia di inattività fisica si diffonderà ulteriormente come è atteso, crescerà anche il conseguente carico economico".
In generale, continua la scienziata, si prevede un aumento dell'impatto finanziario della pigrizia, se non si interviene per migliorare i livelli di attività fisica delle popolazioni. "Lo studio - osserva - fornisce informazioni utili per l'elaborazione di politiche, la distribuzione di finanziamenti e la prevenzione globale". E offre, secondo Adrian Bauman, esperto dell'università di Sydney, "un'ulteriore motivazione per dare priorità alla promozione di un'attività fisica regolare in tutto il mondo, come parte di una strategia globale per ridurre le malattie non trasmissibili. E' un investimento importante che i governi dovrebbero considerare e che potrebbe portare a risparmi in termini di costi sanitari e maggiore produttività nel mercato del lavoro".