Roma, 7 mag. (AdnKronos Salute) - Il pulviscolo dorato del pioppo nell'aria marca la presenza dei pollini di graminacee. Così, complice il gran caldo, "in questi giorni a patire non sono solo gli allergici ai pollini, ma anche chi soffre di rinite, praticamente un liceale su cinque. Molti bambini poi scoprono la propria allergia proprio in questo periodo, con crisi di asma che li portano in pronto soccorso". A segnalare un vero e proprio inferno per gli allergici è Alessandro Fiocchi, responsabile dell'Allergologia all'ospedale Bambino Gesù di Roma, che spiega: "Il 20-22% della popolazione tra 13 e 30 anni ha questo problema, che è più raro fra i più piccini: si stima ne soffra il 7-10%".
A complicare le cose, in queste settimane, "c'è la compresenza di virus respiratori, che rendono difficile distinguere tra un semplice raffreddore e la rinite allergica. Neanche la presenza di febbre è un discrimine, a meno che non sia davvero elevata: si parla infatti di 'febbre da fieno'. Il medico però riesce in genere a riconoscere una rinite allergica dallo stato delle mucose turbinate". Nemmeno il fatto di non aver avuto problemi gli anni precedenti azzera il rischio. "Ogni anno vengono alla luce nuovi allergici. Il problema è collegato anche all'esposizione ripetuta: in questi giorni abbiamo già visitato diversi bambini in pronto soccorso con crisi d'asma improvvise. Esistono però dei segnali - continua l'allergologo - che possono aiutare le mamme a sospettare un problema: acqua dal naso, prurito, il cosiddetto 'saluto allergico': il gesto tipico del bimbo che si gratta il naso da sotto in su con la mano aperta o da destra a sinistra. E ancora: sangue dal naso, occhiaie, stanchezza legata al fatto che si dorme male e alito cattivo al mattino, dovuto al fatto che il catarro ristagna tra naso e gola". (segue)
A far sospettare una congiuntivite allergica, invece, sono "occhi rossi, lacrimazione abbondante e prurito quando il vicino taglia il prato", elenca l'esperto. Adesso, comunque, "è tardi per le prove allergiche. Occorre intervenire con la terapia: antistaminici e cortisonici topici. Mentre le crisi d'asma devono spingere in pronto soccorso o dal medico di famiglia per una terapia mirata. La cattiva notizia, però, è che l'inferno degli allergici durerà fino a fine giugno", assicura Fiocchi.
Cosa fare, allora? "Occorre adottare per queste settimane una terapia preventiva che consenta di gestire la situazione, con il consiglio dell'allergologo. Inoltre, suggerisco sempre a chi può di 'fuggire' da campagne e città e di rifugiarsi al mare o in montagna nei weekend, per concedersi un po' di respiro.
Quando poi il momento più critico passerà - raccomanda lo specialista - è il caso che i nuovi allergici si presentino in ospedale per fare le prove, avere una diagnosi certa e riuscire così a non farsi trovare impreparati dalla prossima stagione di pollini".