Stoccolma, 18 set. (Adnkronos Salute) - "In Italia manca uno screening di popolazione per il diabete. Le autorità politiche dovrebbero adoperarsi per colmare questa lacuna, che aiuterebbe a far emergere i casi di patologia sommersi": si calcola infatti che quasi un diabetico su 2 non sappia di esserlo, e circa il 40% di chi arriva alla diagnosi di diabete di tipo 2 presenta già un danno d'organo. A lanciare l'appello alle Istituzioni è Giorgio Sesti, presidente eletto della Società italiana di diabetologia (Sid), dal Congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd) che si chiude oggi a Stoccolma. L'esperto auspica test 'a tappeto' per gli ultra 45enni a rischio e per tutelare la salute dei migranti, spesso geneticamente più predisposti alla malattia metabolica.
Il futuro presidente dei diabetologi italiani non ha dubbi sul rapporto positivo costo-benefici di uno screening per il diabete: "L'esame più semplice è la misurazione della glicemia, spesa 4 euro, anche se quello più sensibile è il test del carico di glucosio". Lo screening dovrebbe riguardare "tutti gli over 45 se hanno un genitore o un fratello diabetico, se sono obesi o sovrappeso, se sono ipertesi, se hanno alti livelli di grassi nel sangue e basso colesterolo 'buono' Hdl, se sono donne con sindrome dell'ovaio policistico". Secondo Sesti, inoltre, "sarebbe importante pensare a uno screening rivolto ai migranti. Per ragioni genetiche - ricorda - le popolazioni di Africa, Asia e del Golfo persico sono più esposte al rischio di sviluppare diabete".