Milano, 2 nov. (AdnKronos Salute) - Notti bianche, giorni affamati. Dormire poco fa ingrassare, confermano gli scienziati che stavolta si spingono oltre, a calcolare con precisione le calorie in più lasciate quotidianamente in eredità dalla carenza di sonno: sarebbero più o meno 385, le stesse di un piattino di tiramisù o di 4 fette e mezzo di pane, un regalo extra sulla bilancia ma senza neanche il piacere per il palato. E così restare svegli diventa un 'peso' in tutti i sensi. A fare i conti in tasca ai 'gufi' abituati a tirare tardi è un team di ricercatori del King's College London, che firma uno studio pubblicato su 'European Journal of Clinical Nutrition'.
Per gli esperti l'attentato al girovita è presto spiegato: la mancanza di sonno spinge a mangiare di più durante il giorno, e in particolare ad abusare di cibi più grassi e proteine. E guai a pensare che una notte bianca possa almeno aiutare a 'bruciare' energia, compensando il maggior introito di 'comfort food'. Gli autori dello studio cancellano anche questa speranza: chi dorme poco trascorre più tempo in piedi con gli occhi sbarrati, ma questo non implica una maggiore attività fisica rispetto a chi riposa per una notte piena. Non si consumano più calorie.
Il sospetto degli scienziati è che il troppo poco sonno influenzi gli ormoni, spingendo le persone ad aver bisogno di mangiare di più per sentirsi sazie. Dalle loro analisi è emerso che chi dorme meno di 5 ore e mezza a notte assume appunto una media di 385 calorie in più al giorno rispetto a chi riposa per oltre 7. "Se la privazione a lungo termine del sonno continua a tradursi in un maggior apporto calorico di questa portata, può contribuire a un aumento di peso", avverte la ricercatrice del King's College London, Gerda Pot, citata sul 'Daily Mail' online.
"Come è noto - prosegue la scienziata - la causa principale dell'obesità è uno squilibrio tra le calorie che si introducono e quelle che si consumano. E questo studio si aggiunge alle prove che si stanno accumulando riguardo al fatto che la carenza di sonno possa contribuire a tale sbilanciamento. Il sonno ridotto è uno dei più comuni e potenzialmente modificabili rischi per la salute nella società odierna", dove le notti bianche croniche "stanno diventando sempre più comuni".
Il team britannico ipotizza un ruolo degli ormoni e dell''orologio biologico' che sincronizza le funzioni corporee al modello di 24 ore della rotazione della Terra e al modo in cui l'occhio percepisce luce e buio.
Tutto questo ha una forte influenza anche sul metabolismo, osservano, e quindi sul modo di sentire la fame e raggiungere le sazietà. Gli esperti ritengono che 'disturbare' l'orologio biologico influisca sul modo in cui vengono regolati ormoni chiave come la leptina, che ci dice quando siamo pieni, e la grelina, l'ormone della 'fame'.
Il prossimo passo è già in cantiere: "Stiamo conducendo uno studio su un gruppo di brevi dormitori - annuncia Haya Al Khatib, che ha guidato l'ultima ricerca - per esplorare gli effetti di un'estensione del sonno sull'aumento di peso".