Rimini, 5 mag. (AdnKronos Salute) - "Via libera all'aspartame, ammesso dalle Linee guida per la gestione del diabete, no al fruttosio". Al 26esimo Congresso nazionale della Società italiana di diabetologia (Sid), in corso a Rimini, finiscono alla sbarra anche i dolcificanti. "Non tutti sono uguali", avverte il presidente eletto della Sid Giorgio Sesti, che sconsiglia il fruttosio "non solo perché produce un rapido aumento del picco glicemico, ma anche perché innalza i livelli di acido urico: un fattore di rischio per eventi cardiovascolari e fegato grasso, e predittore di danni renali. Anche le persone sane, non diabetiche, dovrebbero tenerlo presente quando scelgono cibi, succhi e soft drink".
"I pazienti diabetici hanno due grandi nemici - ricorda Sesti - Il primo è l'ipoglicemia" come effetto delle terapie, "il secondo è il picco glicemico post-prandiale che può insorgere 1-2 ore dopo l'assunzione di cibo. L'iperglicemia è infatti uno dei meccanismi che scatenano lo stress ossidativo e l'infiammazione, i peggiori insulti possibili per l'endotelio che riveste internamente i vasi sanguigni. E' il nostro 'organo' più grande, se si pensa che la sua superficie è paragonabile a quella di 5 campi da tennis". Ecco perché bisogna tenere a bada la glicemia, agendo innanzitutto sulla dieta.
Largo quindi alle fibre della verdura e dei cereali integrali, che "riducono l'assorbimento di grassi e zuccheri, rallentando anche lo svuotamento gastrico: se è troppo rapido la glicemia aumenta velocemente", sottolinea Sesti consigliando di "masticare piano e spezzettare il cibo in piccoli bocconi, da ingerire singolarmente magari facendo una pausa fra uno e l'altro". Un altro 'osservato speciale' è l'indice glicemico. "Meglio evitare gli alimenti che ce l'hanno alto: patate, pizza, pane e pasta non integrali, frutta zuccherina come banane, cachi e fichi". In generale, conclude infine lo specialista, la frutta è più sana se abbinata alle proteine: perfetto il proverbiale "formaggio con le pere".