Roma, 1 ago. (AdnKronos Salute) - Consulti gratuiti in 30 centri in occasione della Terza settimana nazionale dell’ipercolesterolemia familiare promossa dalla Società italiana per lo studio dell’aterosclerosi (Sisa), in programma da lunedì 19 a sabato 24 settembre. I cittadini potranno contattare o recarsi direttamente nelle strutture che hanno aderito alla campagna per ricevere informazioni sui problemi di ipercolesterolemia familiare e sulla necessità di tenere sotto controllo i valori sin da giovani. Il colesterolo alto è un male silente - spiegano gli esperti - che non dà sintomi ma che non va trascurato: con il passare degli anni può comportare la formazione di 'placche' che ostruiscono le arterie e aumentano, insieme ad altri fattori, il rischio cardiovascolare
"L’iniziativa nasce con l’obiettivo di rendere consapevoli gli italiani del ruolo della componente genetica nell’ipercolesterolemia, che interessa circa 300.000 persone", spiega Maurizio Averna, presidente Sisa, responsabile Unità operativa semplice di Medicina Interna e Dislipidemie genetiche dell'azienda ospedaliero universitaria Policlinico Paolo Giaccone di Palermo e docento dell’università degli Studi di Palermo.
"Nelle forme più gravi, infatti - continua - valori alti spesso si manifestano già dalle prime decadi di vita: è molto importante, quindi, eseguire i controlli sin da giovani, prima dei 18 anni, specie se in presenza di ipercolesterolemia nei genitori, e ripeterli almeno ogni 5 anni. C’è poi la forma poligenica comune, in cui fattori ambientali, l’alimentazione soprattutto, agiscono in presenza di fattori genetici predisponenti aumentando i livelli di colesterolo: questa forma, per fortuna meno grave, interessa circa 1,2 milioni di italiani". Complessivamente, quindi, sommando le due forme di ipercolesterolemia familiare, si tratta di circa 1,5 milioni di cittadini italiani interessati.
"Le persone considerano erroneamente i livelli alti di colesterolo come un fattore di rischio meno pericoloso rispetto ad altri fattori", spiega Alberico Catapano, direttore generale Fondazione Sisa, presidente Eas e farmacologo dell'’università degli Studi di Milano. "In realtà - aggiunge - il colesterolo geneticamente alto è un fattore determinante per l’elevato rischio cardiovascolare dei soggetti che ne sono affetti, cioè per la possibilità che si verifichi un infarto. In Italia, in particolare, meno dell’1% dei pazienti riceve una corretta diagnosi. Infatti, in alcuni casi non vengono eseguiti esami, in altri non si dà peso al colesterolo elevato".
"La diagnosi della ipercolesterolemia - spiega Marcello Arca, professore di medicina interna e responsabile della Unità operativa dedicata alle dislipidemia del Policlinico Umberto I di Roma e segretario nazionale della Sisa – può essere eseguita con un elevato grado di certezza prendendo in considerazione una serie di semplici segni clinici e di laboratorio che insieme posso essere usati per costruire uno score di probabilità circa la presenza della malattia.
E’ un metodo semplice, facilmente realizzabile in qualsiasi ambulatorio. Inoltre le più moderne tecnologie di studio dei geni consentono oggi di formulare la diagnosi di ipercolesterolemia familiare con il massimo grado di certezza. La nostra Società è direttamente impegnata in questo campo con un suo progetto chiamato Lipigen che vuole proprio mettere a disposizione del maggior numero di centri ed ambulatori queste nuove tecniche di diagnosi molecolare".