Milano, 15 gen. (AdnKronos Salute) - Etichette simili a quelle dei pacchetti di sigarette potrebbero dissuadere i genitori dall'acquisto di bevande zuccherate. E' la conclusione di uno studio americano pubblicato su 'Pediatrics' che ha coinvolto in un'indagine online 2.381 persone, chiedendo loro di scegliere tra 20 bibite per i figli e di rispondere ad alcune domande correlate. Dodici di queste erano considerate dolcificate perché hanno almeno 75 calorie da zuccheri aggiunti e includono bevande gassate e alla frutta. Le altre 8 erano acqua, succhi e bibite dietetiche.
I genitori, riporta la Cnn online, sono stati divisi in 3 gruppi e ai primi sono state mostrate le bottiglie con etichette dissuasorie basate su una proposta di legge californiana per combattere obesità, diabete e carie. Un secondo gruppo ha visto le bevande con l'indicazione delle calorie, che alcune aziende americane hanno esposto volontariamente. Agli ultimi, infine, non veniva mostrata alcuna indicazione calorica o avvertenza sanitaria in etichetta. I ricercatori hanno osservato che i genitori erano meno propensi a scegliere una bevanda zuccherata per il figlio se queste avevano un avvertimento. Ha scelto queste bibite il 40% di chi ha visto le etichette dissuasorie, contro il 53% di chi ha letto le calorie e il 60% di chi non ha avuto nessuna etichetta con cui confrontarsi.
"Stiamo cercando di fare un collegamento tra l'alto contenuto di zuccheri e di calorie e gli esiti concreti - spiega David Hammond, professore alla scuola di sanità pubblica dell'università di Waterloo in Ontario che ha guidato la ricerca - Si può dire che qualcosa ha 18 o 24 grammi di zucchero, ma la maggior parte delle persone non ha idea di quanto sia un grammo. Le etichette dissuasorie offrono un ulteriore livello di informazioni che le persone sono in grado di capire".
I ricercatori si sono concentrati su genitori di bambini dai 6 agli 11 anni, perché particolarmente preoccupati per gli effetti del consumo di zucchero sulla loro salute e così facendo allenano il palato a volere dolci, rileva Hammond. "E' importante considerare come i genitori selezionano gli alimenti per i bimbi in questa fascia di età, perché di solito a 6-7 anni i figli non si comprano da soli la propria bevanda", prosegue l'esperto.
Secondo lo studio, le etichette non si limitano a dissuadere dall'acquisto nel breve periodo, ma renderebbero anche meno propensi a comprare in futuro.
"Penso che il problema si debba spostare sulle bevande sportive e alla frutta che non sono al 100% succhi e che i genitori percepiscono come fossero sani", sostiene Sara Folta, assistente alla Friedman School of Nutrition Science and Policy della Tufts University, che non è stata coinvolta nello studio.
Tuttavia, Folta è preoccupata per il rovescio della medaglia delle etichette dissuasorie: gli adolescenti potrebbero infatti trovare allettante infrangere quello che percepiscono come un divieto. Inoltre, "gli effetti delle avvertenze in etichetta potrebbero anche ridursi con il tempo, proprio come è successo con il tabacco", ricorda Hammond.