Salute

Salute: adolescenti e disturbi alimentari, nasce primo sportello per genitori

Milano, 1 lug. (AdnKronos Salute) - Una linea telefonica nata per offrire un servizio gratuito alle famiglie che affrontano i disturbi alimentari, che colpiscono oltre 3 milioni di italiani. "Il ruolo dei genitori nell'alimentazione dei figli è fondamentale e passa attraverso azioni ben precise". Nasce per questo 'Teen Nutritional Help', lo sportello telefonico attivato da Nutrimente, associazione per la prevenzione, la cura e la conoscenza dei disturbi del comportamento alimentare degli adolescenti, che permette alle famiglie di confrontarsi gratuitamente con esperti di psicologia e nutrizionisti, per affrontare la problematica dei disturbi alimentari.

I genitori sono spesso i primi a essere colpevolizzati se lo stato di salute dei figli non risulta ottimale e il servizio nasce per dare un supporto professionale non solo ai ragazzi bisognosi, ma soprattutto a mamme e papà e alle loro preoccupazioni. Un servizio lanciato nel periodo estivo, nel quale le patologie alimentari iniziano a riacutizzarsi, che può essere attivato tramite una richiesta da inviare all'indirizzo mail teenutrihelp@gmail.com.

"Teen Nutritional Help nasce con l’intenzione di aiutare soprattutto i genitori dei ragazzi colpiti da disturbi alimentari ad affrontare la problematica nel modo più corretto - afferma la psichiatra Sara Bertelli, presidente dell'Associazione Nutrimente Onlus - Numerosi studi che riguardano questo disturbo mettono in luce alcune caratteristiche familiari che possono contribuire alla loro insorgenza durante l'adolescenza. Entrambi i genitori, infatti, in epoca adolescenziale sono chiamati a mantenere un sottile equilibrio fra cure affettuose e accettazione dell'autonomia".

"Questo può talvolta sfociare in un aspro criticismo o in comportamenti iperprotettivi, che scoraggiano l'indipendenza. In un momento di cambiamenti corporei e di costruzione della stima di sé, il dialogo in famiglia assume dunque un ruolo fondamentale. Il cibo e la cura di sé può divenire per i giovani un terreno di battaglia, uno strumento con il quale segnalare i propri disagi, le proprie proteste o insoddisfazioni", sottolinea l'esperta.

Per prevenire l'insorgere dei disturbi alimentari, Nutrimente Onlus ha realizzato il 'Decalogo del genitore responsabile' con l'intento di dare indicazioni ai genitori, se pure in pillole, per favorire i fattori protettivi nell'ambito familiare. Eccolo:

1) Essere una base sicura per i propri figli. I genitori, soprattutto nei primi anni di vita, hanno il compito di accudire e proteggere i propri figli, seguendo le linee di sviluppo dei piccoli prima e dei ragazzi poi. 'Sei forte, puoi farcela da solo' è un incoraggiamento positivo, se adeguato all'età. Diverso, e inopportuno, è invece dire 'Ormai sei grande, devi vedertela tu' o 'Non si piange! Vergognati, alla tua età';

2) Favorire l'esplorazione.

Si consiglia di parlare con i propri figli utilizzando frasi incoraggianti come 'Divertiti! Starai bene coi tuoi amici!', invece di 'Vai pure a passare le vacanze coi tuoi amici, noi staremo qui da soli'.

3) Fare attenzione al tipo di relazione. Il genitore non si pone come migliore amico del figlio e nemmeno come giudice del suo comportamento. Genitori ipercritici, così come genitori non attenti ai confini, rischiano di creare un clima di insicurezza e di poca fiducia;

4) Alimentare l'autostima. Non sempre il progetto ideale di vita di un genitore combacia con il progetto reale dei figli. Questi ultimi non vanno ritenuti prolungamenti del sé, ma individui con intenzioni e desideri che, seppur differenti, meritano rispetto e attenzione;

5) Incoraggiare l'autonomia. "Un problema diffuso è la difficoltà dei genitori a lasciare andare i figli che si avviano alla prima età adulta. E' importante promuovere la loro autonomia, trasmettendo fiducia e appoggio";

6) Affrontare le difficoltà e non evitarle. Nel momento in cui si dovessero presentare difficoltà nei figli o in famiglia, occorre creare le condizioni affinché questo disagio possa essere riconosciuto ed espresso, preparandosi all’irruzione nel salotto di casa di tensioni. E' meglio evitare la strategia del 'far finta'.

7) Ascoltare in modo consapevole. A fronte di una figlia/o che sta cercando di esprimere un suo disagio, cercare di orientarsi verso frasi come 'Ci dispiace molto tu stia male, dacci la possibilità di aiutarti e aiutaci a capire come possiamo farlo', invece di 'Io e papà siamo stanchi, non lo vedi? Non è questo il momento per venir fuori con certe cose tue!';

8) Demitizzazione dell'immagine corporea. Purtroppo oggi molte ragazze sono patologicamente concentrate su forma e peso corporeo. Occorre che in famiglia tali aspetti siano il più possibile normalizzati, quindi evitando di mostrare eccessiva attenzione, fare paragoni o osservazioni negative su un corpo che per natura si sta sviluppando e modificando;

9) Guardare nel proprio piatto. Quando il rapporto con il cibo è parte preponderante del problema, non bisogna rinforzare ulteriormente l'ossessione sull'aspetto alimentare. A tavola va evitato ogni commento sul cibo. Ciascuno è tenuto a guardare nel proprio piatto e possibilmente a chiacchierare di come si sono svolte le rispettive giornate;

10) Cercare soluzioni con empatia. Il disturbo alimentare non dipende dalla buona volontà del soggetto, né è legato alla sua intelligenza.

1 luglio 2016 ADNKronos
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