Roma, 30 gen. (AdnKronos Salute) - Le carie mettono a rischio il sorriso dei più giovani. In Italia la malattia cariosa, a 4 anni di età, colpisce già il 21,6% degli bimbi. A 12 anni il 43,1% dei ragazzini ha le carie, problema per l’88,2% dei 'fratelli maggiori' tra i 19 e i 25 anni. Dunque la scuola deve essere in prima linea nel lavoro di prevenzione e informazioni si questi temi ai più giovani. Nasce da queste premesse il documento 'Indicazioni per la promozione della salute orale nelle scuole secondarie', elaborato dagli esperti del Gruppo tecnico in materia di odontoiatria del ministero della Salute.
Un testo che intende fornire una serie di indicazioni basate sulle migliori evidenze scientifiche a supporto dei docenti che vogliono affrontare con gli studenti delle scuole superiori il tema della prevenzione delle principali patologie del cavo orale. "Abbiamo puntato sui licei perché è l'età in cui si esce dalle cure del pediatra e le famiglie hanno maggior difficoltà a seguire i ragazzi - spiega all'Adnkronos Salute Antonella Polimeni, coordinatrice del gruppo di esperti e ordinario di odontoiatria pediatrica all'Università Sapienza di Roma - Il documento vuole essere una traccia per gli insegnanti, su cui costruire una lezione trasversale di educazione alla salute".
Secondo il documento "una diminuita assunzione di zuccheri ed una alimentazione equilibrata aiutano a prevenire la carie e la prematura perdita dei denti. Smettere di fumare - evidenzia il rapporto - e ridurre il consumo di alcol diminuiscono il rischio di cancro orale, di malattia parodontale, la perdita dei denti. Il consumo di frutta e verdura ha un’azione protettiva contro il cancro orale".
Inoltre - sottolinea il rapporto 'Indicazioni per la promozione della salute orale nelle scuole secondarie' - anche l’utilizzo di fluoro, specie per via topica, aiuta a prevenire la carie nei bambini e negli adulti. Utilizzando queste strategie di prevenzione, l'elevato costo delle cure dentali può essere evitato e il peso delle malattie orali ridotto. La corretta prevenzione primaria e secondaria delle patologie di maggiore rilevanza sociale (malattia cariosa e malattia parodontale), consente di evitare l’insorgere dei quadri clinici più gravi, ad esempio l’edentulismo, che comportano invalidanti menomazioni psico-fisiche e impegno di cospicue risorse finanziarie per la terapia e la riabilitazione.
Non solo. Anche la diffusione del piercing tra i giovani preoccupa gli specialisti. "Ci sono rischi legati alla procedura, ad esempio il sanguinamento prolungato e il gonfiore dei tessuti e la perdita totale o parziale della sensibilità gustativa della lingua.
Da non sottovalutare i rischi legati al 'gioiello' usato: reazioni allergiche ai materiali usati, recessioni gengivali che possono essere causate anche dal continuo trauma subito dalla gengiva. Oltre a fratture dentali che possono essere causate dai continui traumi provocati dal piercing sui denti".