Milano, 10 giu. (AdnKronos Salute) - Maschi italiani bocciati in prevenzione intima: 8 su 10 non sono mai andati da un urologo, e l'85% dei pochi che l'hanno fatto si è deciso solo perché stava male. In generale, meno del 40% si sottopone regolarmente a controlli medici di routine, e tra chi lo fa le visite urologiche sono in fondo alla classifica con un misero 6%. Questa la fotografia scattata da un sondaggio online presentato oggi a Milano, in occasione del lancio del progetto 'Sam-Salute al maschile' promosso dalla Fondazione Umberto Veronesi. E' il primo che l'ente dedica 'a lui', con l'obiettivo di "creare una nuova cultura della prevenzione anche negli uomini - spiega lo stesso oncologo - e sostenere concretamente la ricerca scientifica in questo campo".
Grazie alla collaborazione delle società scientifiche di urologia, il prossimo novembre sarà il primo mese interamente dedicato a sensibilizzare l'universo maschile della Penisola. Le malattie da combattere sono tante e possono presentarsi già nei ragazzi: dalle infezioni sessualmente trasmesse, in continua crescita e in gran parte trascurate, al varicocele che colpisce un maschio italiano su 4 dai 15 ai 25 anni, fino al tumore del testicolo che fra gli under 40 fa registrare 2.200 nuovi casi all'anno e potrebbe essere diagnosticato in tempo educando i giovani all'autopalpazione.
Anche la prostata può dare presto problemi: i 35enni possono sperimentare l'ipertrofia prostatica benigna, mentre la prostatite interessa un over 65 su 4. Ancora: l'impotenza, che colpisce oltre 3 milioni di italiani con un picco fra gli ultra 50enni, può riguardare anche i 40enni. E infine ci sono i tumori di vescica (26 mila diagnosi l'anno, di cui 21 mila nei maschi) e prostata (36 mila all'anno): un 'big killer' che in caso di familiarità richiede controlli annuali a partire dai 40 anni. Se la diagnosi è precoce e mirata, infatti, la speranza di guarire dalle neoplasie maschili supera l'80%.
Al sondaggio condotto via web, sui siti di Sky Sport HD e 'Il ritratto della salute', hanno aderito in una settimana oltre 25 mila maschi italiani perlopiù 25-60enni (72%). Del 21% che aveva fatto una visita dall'urologo, appena il 15% ci era andato a scopo preventivo. E del 79% che dallo specialista non ci era mai stato, il 95% riteneva di non avere problemi (82%) o di essere troppo giovane (13%). Un 15% dimostra ancora di non sapere che i tumori possono essere evitati anche seguendo stili di vita sani; il 66% confessa di fare un controllo medico generico "solo se è urgente e sto molto male", e il 15% soltanto perché glielo consiglia la partner. Il camice bianco più 'gettonato' da chi si sottopone a check-up regolari è il dentista (69%), seguito a grande distanza da medici ai quali si ricorre per poter fare attività sportiva (39%).
"E' arrivato il momento di agire con un progetto importante, unico nel suo genere e mai realizzato nel nostro Paese", afferma Veronesi. "Occuparsi della salute dei maschi non è mai stato nelle regole", sottolinea infatti l'oncologo che passa in rassegna le ragioni "storiche e antropologiche" per cui la prevenzione nell'uomo è diventata una 'cenerentola' della medicina: "Tradizionalmente la donna va protetta perché è lei che garantisce la continuità della specie umana".
E così - dal motto dei naufraghi "salvate le donne e i bambini", all'Antico Testamento in cui "pur di avere un figlio era previsto addirittura l'incesto" - si è arrivati al gap sanitario di oggi. "Basti pensare che negli Usa saranno 50 gli Women's Hospitals, a fronte di nessun Men's Hospital. Eppure la mortalità per tumori è maggiore nell'uomo, che in generale vive 7 anni meno della donna", ricorda lo scienziato.
"Caduto l'obbligo di leva, senza più l'occasione un tempo rappresentata dalla visita militare - fa notare Michele Gallucci, presidente dell'Associazione urologi italiani (Auro) - il maschio italiano resta senza protezione medica per decine di anni": da quando smette di andare dal pediatra a quando, dopo i 50 anni, comincia ad avere disturbi che lo spingono dallo specialista. Il risultato è "un aumento preoccupante delle patologie maschili della sfera riproduttiva e sessuale, dovute nella maggior parte dei casi a stili di vita sbagliati. Ma se queste malattie vengono trascurate - avverte l'esperto - possono minare la qualità di vita con conseguenza importanti come l'impotenza, o l'infertilità che è di origine maschile nel 30% dei casi".
"Va colmata una lacuna - conferma Giario Conti, presidente della Società italiana di uro-oncologia (Siuro) - Scaduta l'epoca pediatrica, una visita della pubertà è consigliata per verificare che non esistano problemi di sviluppo degli organi sessuali maschili. Verso i 18 anni bisognerebbe quindi controllare che lo sviluppo sia completo e che non compaiano alterazioni", per poi procedere con i controlli tipici dell'età più matura. "Il progetto Sam è l'inizio di una rivoluzione", dice lo specialista che invita anche a "spezzare l'equazione perversa 'diagnosi uguale trattamento o chirurgia subito'. Oggi non è più così", assicura.
La campagna prevede una raccolta fondi (www.salutealmaschile.it) per finanziare almeno 10 borse di ricerca sui tumori uro-genitali (3 da circa 30 mila euro l'una sono già state attivate a favore di altrettante scienziate), oltre ad attività di formazione, sensibilizzazione, distribuzione di opuscoli, incontri in scuole, università e centri della terza età. Anche con l'aiuto di testimonial del mondo dello spettacolo e dello sport. A novembre, infine, è prevista una giornata di porte aperte negli ambulatori degli urologi di tutta Italia.
"Stiamo lavorando per dedicare tutto il mese alla prevenzione maschile - concludono Gallucci e Corti - e per creare insieme a colleghi di altre discipline veri e propri team multidisciplinari ai quali l'uomo possa rivolgersi per un'assistenza personalizzata, ma uniforme e rispettosa delle linee guida internazionali".